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I 20mila tagli di Carlos Ghosn alla Nissan

dall'inviato Stefano Carrer

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9 FEBBRAIO 2009
Carlos Ghosn

TOKYO - Il "cost killer" è tornato. Carlos Ghosn, numero uno della Nissan, si era guadagnato questo soprannome anche prima di arrivare alla Nissan. Era il 18 ottobre del 1999 quando, al Salone dell'Auto di Tokyo, annuncio' un piano di lacrime e sangue da 21mila tagli, con la chiusura di 5 fabbriche e lo strangolamento di molti fornitori. Oggi ha annunciato 20mila tagli entro il marzo dell'anno prossimo, dopo la comunicazione del primo rosso di bilancio della sua gestione. Nissan ha accusato una perdita netta di 83,2 miliardi di yen nel trimestre ottobre-dicembre 2008, e a fine esercizio prevede perdite nette per 265 miliardi di yen (circa 2,5 miliardi di euro) e operative per 180 miliardi di yen. C'è pero' una grande differenza rispetto a dieci anni fa: Ghosn ha detto che non intende per ora chiudere alcuna fabbrica e vuole anche cercare di evitare licenziamenti di autorità (a parte quelli dei lavoratori a termine). Certo le assunzioni sono state stanzialmente bloccate, e l'esodo verrà incentivato. Ma il Ceo di Nissan ha sottolineato che vuole negoziare con sindacati e governi, in vari Paesi del mondo, per il "work sharing", ampliando il modello della settimana corta di 4 giorni già in atto negli Usa. Lavorare meno e lavorare tutti, a patto che si guadagni di meno, ossia che per l'azienda i costi siano minori (lui stesso ha tagliato i compensi per sé e per i manager). Si tratta dunque di un nuovo Ghosn: quello che è a capo dell'associazione dei costruttori europei e che come tale è in prima fila nell'attività di lobbying perché l'industria dell'auto sia aiutata a superare una crisi che lui stesso ha definito senza precedenti. Mai in altre recessioni, infatti, si era verificato contemporaneamente un simile calo del mercato e un "credit crunch" così spiccato; in più – per Nissan – c'e' l'onere addizionale enorme derivante dal rialzo dello yen. Il Ghosn "diplomatico" a tutto campo ha già concluso in 11 Paesi – con autorità o utilities _ accordi cruciali per il decollo dell'auto elettrica, che Nissan comincerà a produrre dalla fine del 2010. L'azienda ha anticipato di non disdegnare la possibilità di richiedere incentivi pubblici vari, non solo legati alle legati alle tecnologie verdi.
Ghosn ha salutato esplicitamente con favore i Piani di supporto recentemente delineati da alcuni governi europei, tra cui l'Italia. Rispetto a 10 anni fa, ha detto, la differenza è che allora c'era un problema alla Nissan, che lui ha risolto. Oggi il problema è di tutti. Nella gestione operativa di Nissan, comunque, sembra aver fatto (forse) un passo indietro: come alla Renault con Patrick Pelata, ora alla Nissan faranno capo tutte le attività a Toshiyuki Shiga. Ma è stata creata una nuova figura temporanea di "chief recovery officer", affidata a Colin Dodge, che riporterà direttamente a Ghosn. Dodge sarà anche a capo della nuova regione che accorperà l'Europa-Medio Oriente con Africa e India, nel quadro della nuova organizzazione macroregionale a tre (con Giappone/Asia, più le Americhe). E il consolidamento Giappone-Cina-Asia prelude a delocalizzazioni produttive dal Sol levante.

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