Lo scoppio della vicenda Italease è nato da una ispezione della Banca d'Italia. Lo ha rivendicato il Governatore Mario Draghi nel corso delle repliche all'audizione alla Commissione Finanze della Camera, trasmessa in diretta dal sito del Sole 24 Ore. Si ricorda che Italease é oggetto di Opa a fini di delisting da parte del Banco Popolare, con successivo scorporo dei cosiddetti asset tossici.
Il patrimonio del Banco Popolare, ha ricordato ai parlamentari il Governatore, sarebbe stato sufficiente anche senza il ricorso ai Tremonti Bond «altrimenti non avremmo potuto dare l'autorizzazione» per il salvataggio di Banca Italease, ricordando che uno dei requisiti per autorizzare l'operazione è che la banca possa stare in piedi da sola. Secondo Draghi c'è stata «una errata percezione» che gli strumenti del Tesoro vengano «sperperati» per il salvataggio e non a fornire credito alle Pmi. Il Governatore ha poi citato gli indici di patrimonializzazione del Banco pari a un Core tier 1 del 5,7% senza strumenti e senza Italease e del 4,7% con Italease.
Parlando poi dell'efficacia della vigilanza e di una prevenzione di casi di difficoltà Draghi ha spiegato come «Banca d'Italia può aumentare le ispezioni e farne migliaia, ma è impossibile dire che in questo modo possiamo prenderli tutti». Per questo secondo Draghi è importante che nei consigli di amministrazione siedano persone oneste che siano «le antenne» in grado di dare i primi segnali. Al riguardo «i requisiti di onorabilità sono importanti, ma non bastano».
Draghi ha poi respinto l'idea di un nuovo Banco Ambrosiano avanzato da alcuni parlamentari in riferimento alla vicenda Zaleski. «Quello è stato un fallimento gigantesco a livello internazionale» ha detto, «qui è una situazione molto differente risolta peraltro dalle banche».