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Il Liechtenstein chiude il «paradiso»

di Marigia Mangano

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Mercoledí 11 Marzo 2009

A distanza di un anno esatto dallo scandalo di evasione fiscale scatenato da un Dvd contenente milioni di dati bancari finito nelle mani dei servizi segreti tedeschi, la più grande banca del Liechtenstein, la Lgt, sceglie di chiudere definitivamente il capitolo del tradizionale e ricchissimo business dei trust, fondazioni segrete spesso utilizzate come scudo fiscale.
Quasi a voler prendere le distanze dalle accuse, formulate a più riprese, di essere il mezzo per aiutare i proprietari di grandi patrimoni a evadere le tasse, Lgt, la banca controllata dalla famiglia regnante del Liechtenstein, ha annunciato ieri di voler cedere la redditizia attività dei trust. Un segnale forte, dunque, che segna una inversione netta nella tradizione bancaria del Paese, nome storico tra i paradisi fiscali.
L'operazione, secondo quanto riferito dal Wall Street Journal online, prevede che Lgt venda la divisione che gestisce i trust in due passaggi. La parte delle attività che fanno capo a LGT Treuhand, con base a Vaduz, sarà ceduta a un gruppo locale di advisoring; per le operazioni trust di Lgt in Svizzera, invece, le stesse saranno cedute al gruppo Lsp Treuhand Ag con base a Berna.
La decisione della banca di rinunciare all'attività dei trust, che significa una vera rivoluzione nella tradizione bancaria del piccolo, ma ricchissimo Liechtenstein, arriva dopo lo scandalo fiscale scoppiato un anno fa, innescato dall'acquisto da parte del Governo tedesco di liste di clienti presunti evasori per 4 milioni di euro da un informatore. Uno scandalo in cui sono stati coinvolti molti dei clienti della stessa Lgt, accusati di reati fiscali. Tra questi spicca l'ex presidente della Deutsche Post, Klaus Zumwinkel indagato per avere sottratto al Fisco un milione di euro, versando il denaro a una fondazione creata appositamente nel Liechtenstein da una banca locale, la Lgt appunto. Altri contribuenti avrebbero seguito la stessa strada.
Messo sotto accusa dalla Germania e da gran parte della Ue, il Principato ha già messo in atto nei mesi scorsi altre misure per limitare i danni di immagine, ma anche finanziari che la fuga dei dati del 2008 ha generato sul sistema del credito del paese. Il Liechtenstein ha infatti promesso collaborazione alla Ue, ma si è anche adoperato per incentivare la presenza di imprese e compensare così il minore afflusso di patrimoni privati. Il Governo alla fine dello scorso anno ha presentato un progetto che prevede l'eliminazione dell'imposta sul capitale e sui dividendi.
Intanto, però, le principali banche del Principato nei conti hanno già accusato il colpo dello scandalo fiscale e si è assistito, fin dallo scorso anno, a una vera e propria fuga di capitali. La stessa Lgt, ma anche istuti come la Vp Bank, la Llb, continuano a realizzare utili ma hanno registrato deflussi di capitali. È il segno che una serie di clienti, tedeschi ma non solo, hanno preferito non utilizzare la piazza in questa fase di tensioni.
Ieri intanto, su un altro fonte, quello dei reati finanziari è emerso che l'ex finanziere Bernard Madoff, autore della più grande truffa della storia, domani al primo giorno del processo si dichiarerà colpevole di 11 capi di imputazione tra cui truffa e frode. Lo ha annunciato il suo avvocato, Ira Sorkin, mentre la procura ha precisato che chiederà una condanna a 150 anni di carcere per Madoff, 70 anni, che ha sottratto ai suoi clienti 50 miliardi di dollari. Madoff era stato arrestato lo scorso 11 dicembre e da allora è rimasto agli arresti domiciliari nel suo lussuoso appartamento di Manhattan dietro pagamento di una cauzione da 10 milioni di dollari. Secondo i legali delle vittime, lo scandalo Madoff avrebbe colpito fino a tre milioni di clienti. Nella lista dei truffati figurano stelle di Hollywood come Steven Spielberg e John Malkovich e i più importanti istituti di credito americani.
Ieri intanto Madoff, dopo un mese di reclusione nel suo appartamento a Manhattan, ha fatto la sua apparizione in pubblico davanti alla Corte Federale per un'udienza legata ad un potenziale conflitto di interesse che coinvolgerebbe il suo avvocato Ira Lee Sorkin. Secondo gli inquirenti i famigliari della Sorkin avrebbero investito 900 mila dollari nei fondi di Madoff.

Mercoledí 11 Marzo 2009
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