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Draghi: «Fsf chiede svolta sui bonus a manager
e trader»

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2 aprile 2009

Servono cambiamenti a tutti i livelli, privati e pubblici, su gestione e vigilanza dei bonus a manager e trader, specialmente nelle istituzioni finanziarie che hanno rilevanza sistemica; puntando a trasformarli in un fattore di stabilità, ovvero l'esatto opposto di quello che spesso sono stati negli anni passati. Lo raccomanda ai paesi del G20 il Financial Stability Forum, l'ente di consultazioni internazionali presieduto dal governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi. In occasione del vertice di Londra, il Fsf fornisce un ampio rapporto di linee guida su diversi punti cruciali, dà indicazioni per modificare alcune dinamiche dell'architettura finanziaria-economica, che tendono a esacerbare la crisi, le cosiddette "prociclicità"; a principi sulla cooperazione internazionale nella gestione della congiuntura; assieme a un aggiornamento sulla messa in opera delle raccomandazioni fornite già lo scorso anno.

Da mesi, proprio su mandato prima del G8, poi di tutto il G20 dei capi di Stato e di governo, il Fsf svolge un ruolo di primo piano nella concertazione tra paesi e autorità finanziarie indipendenti - nazionali e internazionali - per elaborare nuovi principi regolamentari in risposta alla crisi mondiale. Come anzi detto, viene esaminato nello specifico il controverso tema degli stipendi e delle gratifiche ai dirigenti, e al personale di banche e finanziarie impegnato in attività a rischio. E oltre a indicazioni di linea generale sull'organizzazione interna, l'ente elenca una inconsueta serie di specifiche raccomandazioni - che suonano più come vere e proprie direttive - sulle concrete modalità con cui premiare il personale.

A parità di utili generati, deve ricevere di più chi assume meno rischi, dice l'Fsf, e i bonus devono procedere in linea con l'andamento generale dell'impresa: se la divisione a cui appartiene un addetto genera performance deboli o negative, le sue gratifiche devono calare, fino ad azzerarsi. Innanzitutto l'Fsf raccomanda che nelle imprese finanziarie venga creata una vera "governance" per la gestione di questo aspetto, che armonizzi le dinamiche delle remunerazioni con gli altri sistemi che puntano a mantenere l'equilibrio dei rischi. "Con il tempo questi principi devono radicarsi nella cultura di tutta l'organizzazione", afferma il rapporto, secondo quanto riporta un comunicato. I Consigli di amministrazione devono "vigilare attivamente" su questo aspetto con un ruolo di primo piano dello stesso amministratore delegato e dei manager. Ma deve essere "indipendente", avverte l'Fsf, il personale interno deputato al controllo dei rischi, e dotato della "appropriata autorità". Personale che va retribuito "in maniera indipendente dai settori aziendali su cui gli spetta vigilare, e per ammontare commisurato al ruolo che svolge nell'impresa". L'effettiva "indipendenza e l'appropriata autorità di questi addetti sono necessarie a preservare l'integrità dell'influenza della gestione dei rischi sugli incentivi". E servono "controlli", che con regolarità verifichino che retribuzioni, bonus e strumenti di rischio utilizzati risultino allineati con i propositi di gestione.

2 aprile 2009
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