Il petrolio accelera al ribasso, penalizzato in particolare dalla salita del dollaro e da una maggiore cautela sui ritmi di recupero dell'economia globale. Il Wti consegna maggio cede oltre il 5%, scendendo sotto i 47 dollari al barile. Intanto a Londra anche il Brent del Mare del Nord consegna giugno scivola di oltre il 5% a 50 dollari e mezzo al barile. A influenzare le quotazioni del greggio è stata anche la crescita, oltre le attese, degli stock settimanali Usa la scorsa settimana e il taglio delle stime sulla domanda mondiale da parte dell'Opec.
Per il ministro dell'Energia degli Emirati arabi uniti, Mohammad al-Hameli, il prezzo del petrolio a 50 dollari al barile sostiene l'economia mondiale in crisi: «Le recenti decisioni dell'Opec hanno portato alla stabilizzazione dei prezzi al livello di 50 dollari, un prezzo che dà il sostegno necessario all'economia mondiale e permette allo stesso tempo di investire» nell'industria petrolifera, ha dichiarato il ministro, nel corso di un congresso sul petrolio e il gas a Dubai. Al-Hameli ritiene che nuovi investimenti siano necessari «per evitare una nuova impennata dei prezzi» del petrolio. Inoltre, il ministro ha sottolineato che l'Opec non ha la volontà di fissare il prezzo del barile, che deve dipendere dalla domanda e dall'offerta. Al-Hameli non si è pronunciato su possibili tagli della produzione, sostenendo che una decisione in proposito verrà presa «in funzione dell'evoluzione del mercato».
