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Dei sette "Memo" (tutti del 2007), quelli denominati Brontos e Valiha (con Credit Suisse come controparte) sembrano congegnati - ha affermato Lord Matthew Oakeshott, portavoce del Tesoro - per «stare un millimetro dentro la legge in ciascuno dei Paesi interessati». Altri (progetto Knight) coinvolgono l'americana Branch Banking Trust Company, il progetto Faber è studiato per la tedesca Nordbank Ag, mentre quelli denominati Berry, Brazilian e Lux riguardano operazioni con controllate estere di Barclays e spesso fanno sponda su società lussemburghesi e delle Cayman.
La banca inglese non è la sola ad aver approfittato delle zone d'ombra dei vari sistemi fiscali. Con operazioni simili, cita il Sunday Times, Rbs avrebbe sottratto al Fisco inglese e statunitense entrate per 500 milioni di sterline in 5 anni. Anni fa, Julius Baer avrebbe proposto triangolazioni con appositi Trust delle Cayman per far "risparmiare" tasse a cittadini americani e irlandesi. E negli anni 90 Aig congegnò, attraverso controllate offshore, operazioni con un bel po' di grandi banche: tra cui Crédit Agricole, Bank of Ireland, Bank of America e l'italiana Comit.
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LA VICENDA
Un «memo» di nome Brontos
Dei sette progetti elaborati da Barclays Capital, quello denominato Brontos riguarda due banche italiane: UniCredit e Intesa. Le operazioni, per 3,5 miliardi di € avrebbero generato 75 milioni di utili grazie a un sistema che permetteva di eludere le tasse. Intesa nega d'aver aderito. UniCredit sostiene d'aver operato con modalità diverse da quelle proposte dagli inglesi.
Un labirinto di relazioni
Il progetto prevedeva la creazione di società in Lussemburgo e un trust in Uk. Seguiva un vorticoso valzer di operazioni tra Barclays, le controparti e le società lussemburghesi, allo scopo di far perdere il filo delle transazioni
Il «Guardian» svela i progetti
Il 16 marzo, il giornale inglese mette online tutti i memo di Barclays e a Londra monta la protesta contro queste operazioni concepite per eludere le tasse.
Gli istituti coinvolti
Gli altri progetti si rivolgevano a Credit Suisse, BBTC, Nordbank e alcune società estere controllate da Barclays. Le operazioni transitavano tra Lussemburgo e le Cayman