Ecco schematizzati i contratti sottoscritti dai comuni in due tipologie: i contratti di tipo collar (Caso 1), dove l'ente paga il tasso Euribor contenuto entro una certa banda, e i contratti che definiamo digital collar (Caso 2), dove l'ente è esposto al rischio che il tasso Euribor superi una determinata soglia, nel qual caso incorre in perdite cedolari rilevanti.
Ipotizziamo, quale esempio e punto di partenza, che i comuni siano indebitati con la Cassa Depositi e Prestiti ad un tasso fisso del 5%, con un nozionale che decresce secondo un piano di ammortamento lineare. Il Comune dunque non è esposto ad alcun rischio di variazione dei tassi e dunque gli importi cedolari pagati per far fronte al servizio del debito non risentono del variare delle condizioni di mercato.
Caso 1 - Collar
Nozionale: 20.000.000
Data di stipula: 28/11/2004
Data di inizio: 01/01/2005
Data di scadenza: 31/12/2025
Comune paga: | 3% | se Euribor 6 mesi <= 3% |
| Euribor 6 mesi | se 3% < Euribor 6 mesi <= 7% |
| 7% | se Euribor 6 mesi > 7% |
Banca paga: tasso Cassa Depositi e Prestiti (5%)
Frequenza pagamenti: semestrale, in advance
Pagamento cedolare netto al 31/12/2008: Euro 12.000

Caso 2 - Digital Collar
Nozionale: 20.000.000
Data di stipula: 28/11/2004
Data di inizio: 01/01/2005
Data di scadenza: 31/12/2025
Comune paga: | 3% | se Euribor 6 mesi <= 3% |
| Euribor + 100 bp | se 3% < Euribor 6 mesi <= 5% |
| 8% | se Euribor 6 mesi > 5% |
Banca paga: tasso Cassa Depositi e Prestiti (5%)
Frequenza pagamenti: semestrale, in advance
Pagamento cedolare netto al 31/12/2008: Euro 300.000

Il Caso 1 rappresenta un contratto Collar dove il comune si espone, a seguito della sottoscrizione dello swap, al rischio di rialzo del tasso Euribor. Tale rischio risulta controllato entro la soglia del 7%, al di là della quale il comune continua a pagare una cedola pari al 7%. Tale contratto risulta coerente col D.L. 389/2003: la finalità economica del contratto è quella di raggiungere un risparmio nei pagamenti cedolari, posto che i tassi di interesse si riducano al di sotto di quelli che si sarebbero pagati con il prestito originario contratto con la Cdp, nel nostro esempio pari al 5%.
Il Caso 2, per quanto apparentemente simile al Caso 1, presenta elementi tali da renderlo non conforme al D.L. 389/2003 e da esporre il comuni al rischio di pagare cedole nette elevate. Qualora infatti l'Euribor 6 mesi superi la soglia del 5%, la cedola del comune fa un salto dal 6% (in corrispondenza dell'Euribor al 5%) all'8%. Questo salto, in fase di strutturazione del contratto, viene ottenuto introducendo un'opzione di tipo digital nella struttura iniziale del collar originario (di cui al Caso 1). Il D.L. 389/2003, alle lettere a) – f) dell'art. 3 non prevede la stipula di tali contratti i quali, come vedremo di seguito, sono stati considerati nulli dalla Corte dei Conti. (scheda a cura di Martingale Risk)