È fallimento per il gruppo tedesco Arcandor (che controlla i magazzini Karstadt, la società di vendita per corrispondenza Quelle e il tour operator Thomas Cook, una storia lunga 128 anni) e tremano i 50mila dipendenti. Il gruppo (maggiori azionisti sono le famiglie Oppenheim e Schickedanz, entrambe con il 30% del capitale) non è riuscito a ottenere un credito di 437 milioni dalla banca KfW, controllata dallo Stato.
La situazione, che non tocca Thomas Cook (controllata da Arcandor al 52,8%), è precipitata dopo che le trattative con la principale concorrente Metro, che puntavano a fondere le attività di distribuzione sotto il marchio di quest'ultima (Kaufhof), sembravano essersi bloccate. Metro ha poi chiarito di voler portare avanti i colloqui per una possibile fusione.
Lunedì il governo tedesco aveva rifiutato di avallare un piano straordinario di salvataggio che prevedeva la concessione di una garanzia pubblica di 650 milioni oltre al prestito straordinario da KfW. Berlino, infatti, sostiene che il gruppo e i suoi principali azionisti, tra cui la famiglia Schickedanz e la banca Sal Oppenheim, non hanno fatto tutto il possibile per risanare la situazione, ancora prima che scoppiasse la crisi.
Secondo la cancelliera tedesca Angela Merkel l'insolvenza rappresenta comunque per la società una chance per un ripartire. La richiesta di insolvenza può «aprire nuove prospettive», ha detto Merkel a Berlino. La cancelliera ha annunciato che il governo seguirà gli ulteriori sviluppi della vicenda e che il ministro federale dell'Economia, Karl-Theodor zu Guttenberg, cercherà di avviare rapidamente dei colloqui coi rappresentanti dei lavoratori. «Ovviamente il governo è molto interessato ad essere d'aiuto», ha affermato Merkel.
La cancelliera ha poi difeso la decisione di Berlino di non concedere alla società né garanzie né prestiti pubblici. Le promesse di creditori e proprietari di Arcandor erano «assolutamente insufficienti», ha detto. «Dobbiamo tener conto anche dei soldi dei contribuenti», ha aggiunto. Nel frattempo la procura di Essen ha aperto un procedimento di indagine contro il numero uno di Arcandor, Karl-Gerhard Eick, sospettato di aver ritardato la presentazione della richiesta di insolvenza.