C'è una spada di Damocle sui bilanci pubblici dell'eurozona: le passività potenziali legate agli interventi a sostegno del settore bancario potrebbero avere, nel 2009, un impatto massimo previsto pari a circa il 20% del Pil dell'area. È il calcolo che fa la Bce nel Bollettino mensile di luglio.
La Bce indica, tra i big dell'eurozona, passività potenziali in Germania pari al 6,3% del Pil e un impatto massimo previsto che sale al 18,7%. Nessun impatto, invece, degli interventi a sostegno delle banche in Italia, dove, di fatto, non sono stati effettuati salvataggi.Lo stesso vale per Cipro, Malta, Slovenia e Slovacchia.
Complessivamente, le misure introdotte porteranno ad un aumento del debito pubblico nell'area euro pari al 3,3% del Pil entro la fine del 2009 (vedi tabella). I Paesi che potrebbero registrare le passività più elevate sono Irlanda (con un impatto sui conti massimo stimato al 242% del Pil), Paesi Bassi (35%), Belgio (34,6%) e Slovenia (33,2%). Nel Bollettino mensile si ribadisce la richiesta fatta la settimana scorsa dal presidente Trichet: i paesi con ampio disavanzo e debito (non si fanno nomi ma l'Italia corrisponde all'identikit) dal 2011, quando, complice la ripresa, andranno intensificati gli sforzi di risanamento dovranno adoperarsi per un aggiustamento strutturale che dovrebbe raggiungere almeno l'1% del pil su base annue e correggere così gli ingenti squilibri di bilancio accentuati dalla crisi. Si dovrà quindi superare in misura significativa il valore di riferimento dello 0,5% del pil su base annua stabilito nel patto di stabilità e crescita.
Nel suo bollettino mensile la Bce parla anche del taglio dei tassi. La sforbiciata di oltre tre punti in soli sette mesi si sta trasmettendo sui prestiti a famiglie e imprese, e «dovrebbe seguitare a sostenere l'attività economica nel prossimo periodo». La politica monetaria espansiva dell'Eurotower dovrebbe quindi trasmettersi «progressivamente» sull'economia reale, per effetto dello sfasamento temporale con cui manifesta i propri effetti. L'economia di Eurolandia tornerà a registrare tassi di crescita positivi del prodotto interno lordo «entro la metà del 2010». Ci sarà una «persistente debolezza» nel resto del 2009 e, dopo una «fase di stabilizzazione», una successiva ripresa.