La società di rating potrebbe abbassare il giudizio sul gruppo media. L'offerta, parte cash e parte azioni, vale 4 miliardi di dollari. Il manager del Magic Kingdom: «Vogliamo valorizzare i quasi 5mila fumetti ancora sconosciuti» al grande pubblico. Il nodo degli accordi di distribuzione.

L'«Uomo Ragno» che "svolazza" nelle strade di Topolinia, all'inseguimento della Banda Bassotti. Ancora, gli «X-men» che aiutano «Remy», il topo chef, a preparare il piatto che manda in brodo di giuggiole l'arcigno critico gastronomico Ego. Di più, «Iron Man» che aiuta «Wall-e» nella ricerca della sua bella amata nell spazio. Effettivamente sono solo fantasie, che fanno inorridire i puristi del genere. Tuttavia, l'ipotesi di una commistione di personaggi non è più, almeno sulla carta (non animata), impossibile. E sì perché la Walt Disney ha acquisito la Marvel Entertainment: un'operazione (che dovrà ricevere l'ok dell'Antitrust) del valore di circa 4 miliardi di dollari che, nel mondo dei cartoons, rappresenta un vero e proprio terremoto.

L'accordo raggiunto tra i borad delle due società prevede che il Magic Kingdom offra ad ogni azionista Marvel 30 dollari cash, cui si aggiungono 0,745 azioni Disney per ognuno dei titoli Marvel. Un mix tra cash e azioni che valuta le azioni Marvel 50 dollari. Rispetto alla chiusura di venerdì scorso il premio di maggioranza offerto da Walt Disney è di circa il 29 per cento. Un premio che, ovviamente, quest'oggi è quasi "sparito" visto che i titoli Marvel sono già balzati del 25,14%, chiudendo la seduta 48,37 dollari. In calo, invece, (e anche questa non è una sorpresa) Walt Disney che ha ceduto il 2,98 per cento. Un calo che potrebbe essere acompagnato anche dal dowgrade di Standard & Poor's. L'agenzia di rating, infatti, sostiene che Disney potrebbe essere costretta a indebitarsi per affrontare l'operazione. Una mossa che, secondo S&P's, unita al suo piano di buyback entro un anno, all'alto prezzo di acquisto e alla possibile continua diminuzione dell'Ebitda a causa del calo della domanda, potrebbe costringere Disney a mantenere il livello di esposizione debitoria oltre i giusti livelli per troppo tempo. Attualmente Disney a un giudizio «A long-term» e «A-1 short-term».

Al di là delle frasi di circostanza delle società («Aggiungere la Marvel al portafoglio di marchi già unico della Disney - ha detto l'amministratore delegato Bob Iger del Magicv Kingdom- garantisce significative opportunità di crescita nel lungo termine oltre che la generazione di valore») quali le motivazioni di un simile passo da perte di Walt Disney?

Iger ha espresso la sua strategia in una conference call con gli analisti. «Non siamo alla ricerca di una riduzione dei costi - ha detto il manager - Bensì, vogliamo ricercare le innumerevoli sinergie tra le due società». In tal senso, Iger sottolinea che la divisione di marketing di Disney aiuterà a valorizzare al meglio "i tesori" della Marvel. Di più, poter sfruttare i quasi 5.000 personaggi della Marvel è un'opportunità incredibile. Nel mondo del digitale, infatti, si sono moltiplicate le possibilità (necessità) di riempire gli spazi con nuovi cartoons. E, visto che non è poi così semplice inventarsi nuovi «Hulk» o nuovi «Captain America», l'essersi appropriati di un book così vasto e importante è essenziale. «I personaggi della Disney sono diversi da quelli della Marvel - afferma Iger -, quindi non cercheremo di ri-nominare questi ultimi sotto il nostro marchio. Semplicemente - afferma Iger - accenderemo un faro ancora maggiore su di loro». Insomma, i fan della Marvel non perderanno i loro beniamini e gli azionisti di Disney dovrebbero migliorare il loro Return on equity.

Inoltre, un grosso vantaggio arriverà dalla possibilità di realizzare film con i personaggi usciti dalla mente geniale di Stan Lee . «È ben vero - dice Iger - che le vendite di Dvd sono in calo. Ma ciò non toglie» che, oltre alla sala cinematografica, «la possibilità di vedere e rivedere film in famiglia passa attraverso questi supporti digitali. In tal senso i personaggi della Marvel» hanno un brand così forte che riescono a fare meglio dei competitor e garantiscono quindi un ritorno degli investimenti. Basta pensare che, solo al box office, la trilogia di «Spider Man» ha fruttato 2,5 miliardi di dollari.

Un tema caldo, ovviamente, è quello degli accordi di distribuzione che la Marvel ha con le case cinematografiche: si può ricordare il deal con la Paramout che costa alla Marvel ben 20 milioni di dollari. Un accordo che, alla luce dell'operazione di oggi, perde gran parte della sua valenza strategica. Su questo tema, però, Iger non ha voluto dare una risposta precisa. Più dettagli, invece, rispetto ai rapporti tra la Pixar (acquisita da Walt Disney nel 2006) e la "new entry". «Non avremo un co-brand - spiega il manager - Tuttavia le due società collaboreranno: quando i "creativi" dei due gruppi lavoreranno insieme la scintilla certamente scoppierà». Infine sul timing dell'operazione: perché adesso? «I tempi erano quelli giusti», risponde laconicamente Iger.