Ordini a mille, tra i 5 e i 6 miliardi di euro, per il BTp trentennale scadenza 1 settembre 2040, per il quale il Tesoro ha aperto i libri questa mattina. Scommettere sull'Italia piace ancora, e molto. Abbiamo chiesto perché ad Angelo Drusiani, responsabile delle gestioni di Banca Albertini Syz. «Un'obbligazione con scadenza trentennale - spiega Drusiani al Sole24Ore.com - piace sia all'emittente sia all'investitore, in questa fase. Il primo approfitta dei tassi ancora su livelli bassi, per indebitarsi ad un costo moderato. Il secondo può destinare una parte del proprio patrimonio ad un prodotto finanziario in grado di offrire una redditività di livello medio alto, pur in un ambito di rischio tassi superiore, se, nel corso dei prossimi anni, tornerà a salire il costo della vita a valori tali da costringere le Banche Centrali ad alzare i tassi ufficiali. Ipotesi, al momento, abbastanza lontana temporalmente».
Come si deve regolare il piccolo risparmiatore per trarre il massimo vantaggio da emissioni di questo tipo?
Dovrebbe crearsi un comparto dedicato a questa durata, reinvestendo le cedole ad ogni singola scadenza nello stesso titolo: attuando questa strategia, egli aumenterà via via il valore nominale, in modo tale che, alla naturale scadenza, l'importo a suo tempo sottoscritto sarà sensibilmente aumentato, immagazzinando gran parte, se non una quota addirittura superiore, dell'inflazione maturata. Se non attuasse questa strategia, alla scadenza egli incasserebbe un valore identico a quello di sottoscrizione, ma solo a livello nominale, perché, nel frattempo, il valore stesso sarà stato eroso dall'incedere del costo della vita.
Che tipo di convenienza ha un simile investimento nel quadro di un sempre minore rendimento di titoli di stato, con riferimento ovviamente ai Bot?
Un portafoglio diversificato è alla base di una corretta gestione del proprio patrimonio titoli. Non solo debitori diversi, ma anche scadenze differenziate, bilanciando le durate brevissime con quelle molto lunghe, in modo tale che la redditività teorica del portafoglio abbia uno zoccolo duro che superi decisamente i rendimenti dei titoli brevissimi, quali i Bot. In quest'ottica la scadenza trentennale rappresenta una scelta imprescindibile per il risparmiatore tradizionale.