Tornare in Borsa sulla traccia dei dividendi cash attesi. Meglio se già confermati dal management e sapendo che l'incasso di una cedola potrebbe essere vanificato da cadute del titolo anche prima dello stacco. L'idea di inseguire il migliore prezzo/dividendo non è nuova: con rendimenti schiacciatissimi dei titoli di Stato diventerà obbligatorio cercare performance migliori. Con tutti i "se" e i "ma" dell'investimento a rischio.
«La strada dei dividend yield è percorribile – dice Marco Cristofori, responsabile dell'equity research di Centrobanca – . Bisogna forse dividere le vere sorprese, gli annunci cioè che si riflettono subito sui prezzi, dalle conferme, cioè società che hanno tradizioni di buon payout. La conferma del dividendo è già scontata nei prezzi: quindi se il mercato ha premiato vistosamente Luxottica e Pirelli, potrebbe non reagire alla conferma di una cedola per una società che ha sempre garantito la distribuzione. Ad esempio le utilities sono ritenute dei semi-bond e danno garanzie anche per il futuro». Il risparmiatore deve imparare a tenere d'occhio gli appuntamenti societari, i risultati di periodo e gli incontri con gli analisti. Luxottica si è mossa in controtendenza quando ha annunciato il ripristino di 0,22 euro per azione sull'esercizio 2008. Andrà in pagamento a novembre, dopo l'assemblea del 29 ottobre.
È importante quanto dichiarano i massimi vertici operativi. «Se gli amministratori delegati si spingono ad assicurare dividendi – ricorda Cristofori – certamente hanno sensibilità all'orientamento del cda. Anche se l'ultima parola spetta all'assemblea». Vale per l'a.d. di Luxottica, Andrea Guerra, e vale ancor di più se il vertice aziendale è grande azionista (o prima azionista) della società. «Oggi – ha detto il presidente di Pirelli, Marco Tronchetti Provera – ci sono le condizioni perchè si possa fare la proposta al cda sulla distribuzione del dividendo. I nostri target sono in linea. Deciderà il cda in primavera». Nonostanza il clima di generale prudenza, altri gruppi si stanno "sbilanciando" sulla distribuzione degli utili.
Alfredo Sanguinetto, direttore generale di Banca Carige ritiene che ci siano i presupposti per la distribuzione del dividendo per l'esercizio 2009. «L'andamento della semestrale fa prevedere una chiusura di esercizio sui livelli dello scorso anno». Sui titoli bancari gli analisti restano piuttosto prudenti: chi non ha pagato cedole lo scorso anno o ha distribuito azioni gratuite, vorrà certamente dare segnali di normalizzazione. Ma le variabili sono ancora tante e il focus degli amministratori (e delle authority) è tutto sul rafforzamento patrimoniale. Troppo recenti sono i terremoti internazionali che hanno fatto fibrillare i grandi gruppi. Quando gli amministratori dovranno valutare quanto utile distribuire ai soci, la scelta prudenziale sarà quasi obbligo. E gli analisti ritengono che anche il 2010 seguirà un copione simile, visti gli accantonamenti per contenere la crescente massa di crediti irrecuperabili.
Ma l'annuncio di probabili dividendi sosterrà gli ultimi mesi di Borsa? «Più che una spinta per il mercato – sostiene Lars Schickentanz, direttore investimenti di Prima Sgr – saranno un sostegno, dato che il livello attuale dei tassi rende attraente l'investimento in equity. In condizioni normali un aumento dei dividendi avviene in condizioni di fiducia, ovvero quando la ripresa economica si è consolidata e, data la tendenza del mercato azionario ad anticipare questo fenomeno, solitamente dopo che un rialzo dei listini si è già verificato. In Italia – ricorda poi Schickentanz – storicamente il livello dei dividendi pagati è più elevato rispetto al resto dell'Europa, anche perchè i settori finanziari ed energetici sono maggiormente pesati rispetto agli europei».