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Settimana no per i bancari a Piazza Affari

di Maria Adelaide Marchesoni e Valeria Novellini

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30 ottobre 2009

Esaurito l'effetto dell'euforia per la fine della recessione negli Usa, la prossima settimana si dovrebbe confermare un trend laterale che riflette un atteggiamento prudente sulla sostenibilità della ripresa economica americana e mondiale e sull'effettivo miglioramento dei conti aziendali



Occhi puntati sugli Usa e non solo per il primo rimbalzo del Pil dalla crisi, ma anche per l'atteso appuntamento del 4 novembre in cui si toglierà il velo sul nuovo piano industriale Chrysler che darà maggiori indicazioni anche sul futuro del gruppo Fiat.

Le voci di mercato sui principali focus del piano indicano l'abbandono di alcuni modelli Dodge e Jeep e per contro l'introduzione della Fiat 500 negli Usa (nel 2011), seguita l'anno successivo anche da vetture a marchio Alfa Romeo. Inoltre, negli Stati Uniti dovrebbero essere introdotti nuovi modelli di auto basati su tecnologia Fiat, inclusa una berlina di medie dimensioni da lanciare nel 2012. Fiat nell'ultima settimana, dopo i risultati trimestrali, ha perso il 5,5%; un andamento tuttavia in linea con l'indice di mercato che ha lasciato sul terreno circa il 4,4%.

Particolarmente penalizzato invece nell'ultima settimana il comparto bancario, con perdite superiori al 5% per Banca Popolare di Milano (-7,5%), Monte dei Paschi di Siena (-8,24%), Banco Popolare (-10,55%) e Unicredit, in calo addirittura dell'11% (a fronte però di una forte crescita delle quotazioni a partire da marzo). Si salva relativamente Mediobanca (-3,94%), dopo l'annuncio di buoni risultati nel primo trimestre. Per i grandi gruppi bancari italiani gli appuntamenti con le trimestrali sono in programma dopo il 10 novembre, ma le attese degli operatori di mercato indicano un terzo trimestre debole, con costanti pressioni sul margine di interesse e anche a livello di commissioni. Per quanto riguarda gli accantonamenti è già noto che Intesa dovrebbe presentare una situazione pressoché stabile, mentre Unicredit ha dichiarato che nel terzo trimestre dovrebbe essere raggiunto il "punto massimo" delle rettifiche su crediti.

Con questa visione prudenziale concorda anche Standard & Poor's, che ritiene che anche per il 2010 il livello degli accantonamenti rimarrà elevato, e in particolare le banche italiane presentano un rischio di credito più elevato rispetto ai competitor europei in relazione alla piccola dimensione delle imprese nazionali e al previsto basso tasso di crescita dell'economia.

Sta scaldando i motori per lo sbarco in borsa Yoox.com; in questi giorni Mediobanca e Goldman Sachs starebbero avviando le attività di pre-marketing. Auspicabile per questo collocamento, considerato anche il lungo periodo di assenza di Ipo in Italia, una valorizzazione a multipli ragionevoli anche se stiamo parlando di un business a elevato tasso di crescita, ma con una concorrenza in forte crescita in quanto quasi tutti gli stilisti di moda stanno lanciano propri siti di vendita online. Ultimo caso, ma non per importanza, quello di Salvatore Ferragamo.
Altre tre matricole dovrebbero sbarcare sull'Aim Italia entro fine 2009. Oltre alla già nota Green Age Europe (energie rinnovabili), vi sono Ital Tbs Telematic & Biomedical Services e infine Fintel Multiservizi.

Che ne sarà dell'andamento dei mercati azionari la prossima settimana? In generale, esaurito l'effetto dell'euforia per la fine della recessione negli Usa, si dovrebbe confermare un trend laterale che riflette un atteggiamento prudente sulla sostenibilità della ripresa economica americana e mondiale e sull'effettivo miglioramento dei conti aziendali. Sul mercato italiano non si prevedono grossi movimenti in relazione alle trimestrali in uscita, che non dovrebbero riservare particolari sorprese. Ricordiamo in particolare che il 4/11 saranno resi noti i risultati di Banca Generali, Enel e Finmeccanica, il 5/11 quelli di Fastweb, Prysmian e Telecom Italia e il 6/11 quelli di Amplifon. (Analisi Mercati Finanziari)

30 ottobre 2009
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