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Dunque non vi è nessun problema?
Posso dire che rispetto all'esigenza di innalzare la qualità del capitale proprio esiste già un accordo che entrerà in vigore con la gradualità di cui parlavo prima.
Le banche avranno quindi tempo per adeguare le proprie strutture di capitale?
Assolutamente si. Tutta l'impostazione si basa sul fatto che ci vuole tempo per realizzare i cambiamenti. Nessuno intende danneggiare le banche, nessuno vuole una politica creditizia prociclica, nessuno vuole una stretta creditizia, nessuno vuole mettere a repentaglio la ripresa economica. Ma allo stesso tempo vogliamo anche che le regole per le banche vengano modificate e applicate, anche se gradualmente.
Il Fondo monetario internazionale ha recentemente pubblicato alcuni dati sorprendenti sul fabbisogno di capitale delle banche. In base a tali dati, con una quota di capitale del 10 per cento sarebbero necessari 380 miliardi di dollari in Europa, 90 miliardi in America e nulla in Gran Bretagna. E' davvero così?
Esistono altri studi che arrivano a cifre diverse. Ciò è dovuto al fatto che si parte da presupposti diversi. Uno dei motivi per cui il fabbisogno stimato della Gran Bretagna è così basso, ad esempio, deriva dal fatto che una parte dei crediti a rischio sia coperta da garanzia statale. Pertanto, per tali voci le banche inglesi non hanno bisogno di capitale. Il confronto è quindi estremamente difficile. Ciò vale soprattutto per le proiezioni future. Le svalutazioni già effettuate dalle banche sono relativamente facili da calcolare. Per quelle future è necessario invece fare delle ipotesi sull'andamento economico e sui suoi effetti sulle sofferenze creditizie. Ma entrano in gioco anche altri fattori. Attualmente il grado di indebitamento delle imprese e delle famiglie europee è inferiore rispetto a quello di recessioni del passato. Ciò limita il livello delle sofferenze previste. Per poter stimare il fabbisogno di capitale delle banche si deve inoltre calcolarne l'ammontare dei profitti e dei valori patrimoniali attuali. E potrei andare ancora avanti con la lista dei fattori incerti.
Si tratta di cifre che saranno utilizzate per determinate decisioni politiche?
No, non credo. Tutti vogliono avere un chiaro quadro della situazione del sistema bancario. Solo in tal modo è possibile sapere se le banche possono concedere credito sufficiente all'economia.
Considerando il previsto inasprimento della regolamentazione bancaria, è evidente che la concessione di credito alle imprese e alle famiglie risulterà più difficile. Sarà così anche per il finanziamento statale tramite le banche?
Non vi sono attualmente piani di modificare gli obblighi di accantonamento di capitale per finanziamento ai governi - sia nella forma di titoli di stato che di crediti statali. Nel contesto di Basilea II, gli accantonamenti di capitale sono una funzione delle condizioni di solvibilita' dei governi che ottengono il finanziamento. Solo se la crisi avesse un impatto negativo sul merito di credito di questi paesi vi sarebbe la necessità per le banche di cambiare gli appostamenti di capitale a fronte di tali crediti che diverrebbero quindi più costosi.
Il finanziamento statale risulterà dunque più oneroso?
Il costo del finanziamento allo Stato dipende in massima parte da variabili ben più importanti dell'aumento di costo derivante dall'obbligo che le banche avranno di appostare capitale proprio a fronte di questi finanziamenti.