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Per mutui e coperture prove di regole comuni

di Emanuele Scarci

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13 ottobre 2009

La crisi finanziaria ha lasciato il segno e l'Europa si interroga su come armonizzare i requisiti di capitale delle banche. Tra i termini in discussione - come riportato sul Sole 24 Ore del Lunedì di ieri - c'è anche quello sulla riduzione della copertura dei mutui fino al 40% del valore dell'immobile. A questo proposito il portavoce del commissario al Mercato interno, Charlie McCreevy, ha ieri osservato che «esiste una discussione sul modo di armonizzare in Europa i requisiti di capitale per le banche, ma per ora nessuna proposta è stata formalizzata. In ogni caso non è una questione della quale si occuperà l'attuale commissario». La Commissione attuale è infatti in carica fino al 31 ottobre.
L'ipotesi di intervento sui mutui è espressamente prevista nel documento di consultazione della Commissione (Possible further changes to the capital requirements directive), in particolare l'emendamento è riferibile alle pagine "31 e 32 comma d" e riformerebbe la direttiva 2006/48/Ce al capitolo 9.1 comma d. Quindi la Commissione europea nega di aver assunto qualsiasi decisione ma, nei fatti, la base di discussione proposta agli operatori finanziari è stata elaborata dalla Commissione.
In parole semplici, oggi il valore dei mutui concessi dalle banche in Italia non può superare l'80% del valore dell'immobile, il restante 20% può essere acquisito con polizze assicurative. Il testo di lavoro in discussione in Europa e distribuito agli operatori finanziari, tra cui la Federazione delle banche europee e l'Abi, abbasserebbe questa soglia al 40% per tutti i paesi. Il resto del mutuo, in questa eventualità, si potrebbe comunque ottenere ma con la stipula di polizze con costi aggiuntivi.
Con un abbassamento (al di sotto dell'80% attuale) della copertura del mutuo sul valore dell'immobile pagheranno di più i mutuatari - compresi quelli commerciali -, forse con tassi d'interesse più alti, ma anche le banche dovrebbero accantonare più capitale e adeguarsi ai nuovi ratio patrimoniali persino sullo stock dei prestiti già erogati. Un giro di vite forse eccessivo per l'Italia che, malgrado la crisi economica, ha tassi d'insolvenza lontanissimi da quelli americani, sotto il 2 per cento.
Nel documento inviato alla Commissione europea, la European banking industry committee, che rappresenta le principali federazioni dell'industria bancaria europea (dalla Fbe alle associazioni delle banche cooperative alla European Mortgage Federation), ha espresso «forte disaccordo e contrarietà a fissare una soglia unica di copertura dei mutui valida per tutti i Paesi. I mercati immobiliari residenziali sono diversi: alcuni sono più speculativi altri più conservativi».
Dal suo canto l'Abi è sempre dell'idea che fissare un limite di questo tipo sarebbe sbagliato «specie per un Paese come l'Italia che ha un tasso di insolvenza molto basso». Infine Adusbef e Federconsumatori si dicono preoccupate che il tema sia al centro della discussione.

13 ottobre 2009
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