Le compagnie telefoniche alternative in Italia godono di buona salute. Dopo i numeri di Wind ieri anche Fastweb ha confermato che il 2009 non sarà per le Tlc un anno di crisi nera. Anzi di crescita di giro d'affari e margini. Tanto che Stefano Parisi, il numero uno di Fastweb, può addirittura affermare che mentre la crisi imperversa «questo è il miglior anno della nostra storia come raggiungimento dei target di fine anno».
La società della banca larga creata da Silvio Scaglia (e poi venduta a Swisscom) ha chiuso i primi nove mesi dell'anno con un giro d'affari a 1,36 miliardi, un incremento del 10% (contro un'economia generale caduta del 6% nel primo semestre) e utili più che raddoppiati a 30 milioni (l'anno scorso erano circa 13 milioni). La marginalità lorda (Mol) è salita dell'8% a 404 milioni (l'anno scorso la voce conteneva una posta straordinaria di 30 milioni) con un'incidenza del 30% sul fatturato (ogni 3 euro incassati, ce n'è uno di redditività lorda). L'utile pre-tasse è addirittura balzato del 49% a 111 milioni. Con questi numeri, nota Parisi, «siamo già oltre il 75% del totale dei ricavi e degli utili stimati per fine anno». Senza contare che l'ultimo trimestre, complice anche la stagione dello shopping natalizio, è sempre molto sostenuto per le compagnie telefoniche.
I clienti di Fastweb sono 1,6 milioni (+8%, certo non paragonabili ai circa 19 milioni di Wind, ma la compagnia di fibra ottica si colloca su una fascia premium di clientela mentre Wind punta sui grandi numeri con offerte low cost) e poichè il mercato italiano nel suo complesso è cresciuto a un passo del 7%, vuol dire che Fastweb ha eroso quote ai concorrenti. A oggi il gruppo ha il 15% della nuova clientela a banda larga in Italia: la base degli abbonati ha visto crescere sia le famiglie sia le piccole e medie imprese, nonostante tra queste ultime ci sia stato un tasso di mortalità dovuto alla crisi. L'anno scorso Fastweb ha lanciato la telefonia mobile virtuale (Nvmo): a oggi il gruppo conta 160mila sim, circa il 10% della base clienti. «Abbiamo sempre detto – ha ricordato Parisi – che non intendiamo fare il quinto operatore nazionale, ma solo dare i telefonini ai nostri abbonati e quindi il risultato finora ottenuto è soddisfacente».
Nonostante la recessione, il crollo del Pil e dei consumi, Fastweb sembra aver stabilmente trovato la via della redditività e dal suo bilancio emerge una condizione di buona salute. Dopo una lunghissima fase di start-up, durata quasi nove anni di bilanci in costante perdita, dall'anno scorso l'azienda ha raggiunto per la prima volta l'utile e da allora non ha sbagliato un trimestre. Anche perchè il grosso degli investimenti per mettere in piedi la rete è ormai stato compiuto e la cassa generata diventa quasi tutto free cash flow. Nei nove mesi Fastweb ha prodotto liquidità per 26 milioni di euro. Cifra che potrà essere usata magari per remunerare i soci dopo anni di sacrifici e perdite di Borsa (il titolo quota 19,5 euro dai 46 a cui fu lanciata l'Opa degli svizzeri di Swisscom nel maggio 2007)? Fino a oggi Parisi, su input dell'azionista, ha sempre tenuto la linea rigida voluta da Swisscom: nessun dividendo anche perchè le risorse è più utile che rimangano in azienda a sostenere gli investimenti onerosi di cui l'industria delle tlc ha bisogno (a partire dalla rete di nuova generazione). «Sì è vero l'utile sta diventando consistente – riconosce Parisi – ma per il 2009 non ci sarà dividendo perchè la scelta dell'azionista, che ha l'82%, è di reinvestire in azienda le risorse». Nel 2010, chissà, qualcosa potrebbe cambiare. Il debito, intanto, è stabile a 1,4 miliardi.
