LONDRA – La settimana più lunga per Royal bank of Scotland si è conclusa oggi con i risultati del trimestre. Nessuno si attendeva numeri scintillanti e le aspettative con una perdita operativa di 1,5 miliardi di sterline sono state soddisfatte. Un andamento migliore di quello del trimestre precedente, ma in ovvia caduta rispetto a un anno fa quando l'utile pre tasse era stato di 2,2 miliardi. Ma evidentemente parliamo di un altro mondo, quello pre credit crunch. In questi tre mesi, ha sottolineato il Ceo Stephen Hester, ci sono state 3,3 miliardi di perdite sui crediti e l'utile dell'investment banking si è dimezzato. Le sofferenze prodotte dalle svalutazioni del portafoglio si sono ridotte del 30% rispetto al trimestre precedente, ma continueranno su questi livelli, secondo la banca, per qualche tempo ancora. I mercati hanno dimostrato di apprezzare i risultati, per il trend che indicano e hanno premiato il titolo con un piu' 6 per cento.
Nei giorni scorsi, lo ricordiamo, Rbs aveva accettato l'adesione al programma di garanzia pubblica sugli asset tossici che porterà il tesoro all' 84% del capitale della banca ovvero a un'iniezione di altri 25 miliardi di sterline. Nelle stesse ore la banca scozzese chiudeva l'intesa con Bruxelles sulle cessioni di attività in ossequio alle norme sulla concorrenza a fronte di aiuti pubblici. Oltre a 312 filiali Rbs dovrà mettere in vendita tutte le attività assicurative.