Ubs chiude il terzo trimestre con una perdita (la quarta consecutiva) di 564 milioni di franchi svizzeri, contro l'utile di 283 milioni dello stesso periodo dell'anno precedente. Lo riferisce la banca svizzera in una nota. La perdita è più pesante delle stime degli analisti contattati dall'agenzia Bloomberg, che si aspettavano un rosso pari a 337 milioni di franchi. In grossa difficoltà il titolo alla Borsa di Zurigo (-5,2% alle ore 16,10).
Sulla perdita, spiega la nota, hanno inciso oneri contabili per 2,15 miliardi di franchi, senza i quali l'utile ante imposte è stato pari a 1,557 miliardi di franchi. «Ubs - si legge nel comunicato - si aspetta di vedere nei prossimi trimestri, in particolare nel 2010, ulteriori progressi. Tali passi, tuttavia dipenderanno dal mercato e da altri fattori»: inoltre la banca anticipa che «la prima parte del 2010 dovrebbe riflettere appieno l'impatto della riduzione dei costi operata nel 2009».
Il ceo Oswald Gruebel, arrivato a febbraio, sta cercando di frenare l'emorragia di clienti facoltosi e tirare fuori dalle secche l'investment banking, che ha determinato una grossa parte delle perdite e svalutazioni subite dalla banca durante la crisi, pari nel complesso a 50 miliardi di dollari. Il mese scorso Gruebel ha ingaggiato l'ex di Merrill Lynch Robert J. McCann per provare a fermare i riscatti alla wealth management unit. Nel solo terzo trimestre si è trattato di un fiume di denaro in uscita: 26,6 miliardi di franchi svizzeri.
In una comunicazione agli azionisti Gruebel e il presidente del gruppo zurighese, Kaspar Villiger, hanno ammesso di non attendersi «un rapido recupero» per quanto concerne i nuovi clienti, soprattutto dopo che Ubs è stata di fatto costratta a siglare un accordo con il governo degli Stati Uniti che ha previsto la comunicazione di migliaia di nominativi di cittadini americani entrati nel mirino del fisco. Gli utili della divisione wealth management di Ubs, nel trimestre sono crollati del 52% a 792 milioni di franchi, al di sotto delle attese del mercato.