Cosa è stato fatto davvero finora sul versante delle nuove regole per la finanza? Tra le poche cose realizzate, troviamo la direttiva comunitaria sulle agenzie di rating, su una proposta di direttiva sugli hedge fund e su un disegno delle autorità di vigilanza di secondo livello che, peraltro, è ancora in divenire. Mancano del tutto all'appello vigilanza sulla finanza derivata e sul sistema delle cartolarizzazioni. Manca un'effettiva armonizzazione in materia di prodotti finanziari.
Andando nel merito dei passi mossi nella direzione di una regolamentazione più stringente, l'Unione europea, pur tra mille dubbi e incertezze dovute alla tradizionale frammentazione imposta dagli interessi nazionali, appare perfino più avanti degli Stati Uniti. Oltreoceano, infatti, il cammino delle riforme è ostacolato dalla forte divisione sul ruolo della Federal Reserve. La Casa Bianca vorrebbe affidare alla Banca centrale forti poteri di regolamentazione. Per contro una parte dei democratici (in prima fila il senatore Christopher Dodd, presidente della Commissione bancaria) punta alla creazione di una nuova authority dedita alla supervisione degli istituti di credito e delle loro holding. Il confronto con la superpotenza emergente, la Cina, non si pone: le grandi banche e i centri finanziari sono saldamente sotto il controllo del governo di Pechino.
Tornando al vecchio continente nelle scorse settimane l'Ecofin (l'organismo che riunisce i ministri dell'economia e della finanza) è stato raggiunto un accordo per istituire delle autorità di vigilanza sovranazionali. Perché queste diventino operative occorre ancora il via libera del Parlamento europeo. È presumibile comunque che questo accada già nel 2010. Il sistema di vigilanza agisce su due livelli: macro e micro.
La rete di sicurezza europea prevede la nascita del Consiglio europeo per i rischi sistemici con compiti di vigilanza macroprudenziale (European Systemic Risk Council), esplicitati attraverso allarmi preventivi o raccomandazioni da inviare a Stati-membri, Ecofin o nuove Authority. Il Consiglio, formato da presidente della Bce, banchieri centrali, Authority di supervisione Ue e nazionali, non avrà poteri vincolanti. Avrà sede a Francoforte e un comitato ristretto di 8 persone: il presidente Bce e un vice, 2 banchieri centrali, un commissario Ue e i presidenti delle nuove Authority europee.
A garantire la sorveglianza «micro» provvederanno tre nuove Autorità Ue, una per le banche con sede a Londra, una per le assicurazioni e una per le borse, che conviveranno insieme a quelle nazionali. L'impasse dei mesi scorsi (con Londra restia a delegare a un'entità terza la decisione sulle controversie) è stata superata con un compromesso: le autoritá di vigilanza europea saranno strutturate in modo tale che le decisioni prese saranno appellabili da parte degli stati membri sino ad un terzo livello, coinvolgendo l'Ecofin e, in ultima istanza, anche il Consiglio europeo.