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Bond: le cinque regole
per non scottarsi nel 2010

di Fabio Pavesi

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27 dicembre 2009


Sono (spesso a torto) sinonimo di basso rischio e in genere le acquista chi non vuole sfidare il batticuore delle Borse. Ma anche con le obbligazioni, siano esse pubbliche o private, il piccolo risparmiatore qualche rischio lo corre sempre. E il 2010 sul fronte del mercato dei bond si palesa come assai difficile e complicato. Il motivo è molto semplice. I prezzi sono reduci da una cavalcata notevole lungo tutte le scadenze e i tassi della politica monetaria da decenni non sono mai stati così bassi. Ovvio che prima o poi i tassi non potranno che salire e quando questo accadrà ci sarà un impatto sfavorevole sui prezzi dei titoli. Quel che oggi comprate a 104-105, domani può valere molto meno. Insomma il mercato è caro e quel miraggio di una cedola al 3-4% può rivelarsi un autogol se i prezzi dovessero scendere. Ecco dunque qualche regola di buon senso per minimizzare il più possibile i rischi di un acquisto di titoli di Stato o societari nell'anno che verrà.

1) Prudenza sulle obbligazioni governative che scadono tra i dieci e i 30 anni. E' vero che se si cercano cedole un minimo attraenti è lì che bisogna andare, ma come detto si paga salato. Il BTp che scade nel 2039 ha una cedola ghiotta del 5%, ma il titolo costa 104,8; il valore cioè di un intero anno di rendimento. Se i tassi dovessero salire l'anno prossimo quel prezzo scenderà. Alcune stime dicono che sul trentennale l'effetto di un aumento di 0,25% dei tassi guida deprime i valori del 3,8%. Un rialzo dei tassi fino all'1% (oggi remoto) porta il deprezzamento fino al 14%. Rischiereste quindi in futuro di avere in portafoglio un titolo con buone cedole ma che vale meno di quando lo avete comprato. L'unica difesa è fare il cassettista. Dovete essere sicuri di mantenere il titolo fino a scadenza per evitare qualsiasi effetto negativo sui prezzi d'acquisto

2 ) No al BoT che si autorinnova. È uno degli autogol più clamorosi che fanno i piccoli risparmiatori. Si compra il BoT annuale e si rinnova a scadenza. Nessun rischio vero, ma nessun guadagno. Proprio nessuno. Già perché oggi il buono annuale rende lo 0,68%, ma i costi per comprarlo e venderlo si mangiano l'intera performance. Un giochino che arricchisce solo le banche e non voi

3) Occhio al rendimento troppo alto. Quando un titolo obbligazionario rende di questi tempi sopra il 5 se non 6% c'è da stare molto attenti. È ovvio che un ritorno di questo genere attragga gli investitori e il fatto che sia un bond sembra rassicurare su eventuali rischi, ma non è così. La storia è piena (dall'Argentina in poi) di obbligazionisti che hanno comprato titoli gonfi di ricche cedole per poi ritrovarsi senza capitale in mano. Rendimenti elevati in questa fase ancora molto critica per l'economia e la finanza mondiale, sono sospetti. Vuol dire che lo Stato o la società che emette questi titoli ha un merito di credito traballante e l'unico possibilità di far digerire la sua "carta" è quella di offrire rendimenti sempre più alti. Diffidate, diffidate.

4) Bond in dollari? L'attuale debolezza della moneta Usa può indurre in forti tentazioni. Si comprano bond in valuta americana e si spera di beneficiare di una rivalutazione del dollaro sull'euro. Magari accadrà e si potrà sommare alle cedole il guadagno in conto capitale. Ma se accadesse il contrario sarebbero dolori. Quando una moneta perde valore spesso le cadute sono nell'ordine del 20-30%. Val la pena di correre questo rischio per un'attività finanziaria che rende il 3-4% l'anno se tutto va bene? Il gioco forse non vale la candela.

5) Attenti ai Paesi emergenti. Vi propongono allo sportello i bond del Brasile o della Russia e vi dicono che le cedole sono molto alte e in fondo sono Paesi che tirano l'economia mondiale, dato che la crescita del loro Pil non è quella asfittica della Vecchia Europa o degli Stati Uniti ancora in forte convalescenza. In parte è vero, ma se volete preservare il capitale e guadagnare qualche punto l'anno, forse è il caso di lasciar perdere. Quei bond sono in valuta locale e come detto per il dollaro le oscillazioni dei cambi sono tanto volubili quanto repentine e violente. Avete alte cedole, ma un rischio incorporato paragonabile a un investimento in Borsa.

27 dicembre 2009
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