L'eccesso di deficit negli Usa? È una falsa emergenza secondo l'economista premio Nobel Paul Krugman. Le sue considerazioni sulle colonne del New York Times, arrivano proprio nei giorni in cui i timori sulla tenuta dei debiti sovrani di Grecia, Spagna e Portogallo preoccupano i mercati. Ma qual'è la situazione nella prima economia del mondo da dove la crisi economica è partita? L'esecutivo Obama ha speso un'enorme quantità di denaro pubblico per salvare le banche e l'industria automobilistica finita sull'orlo del crac. Come se non bastasse, ha lanciato colossali investimenti pubblici per rilanciare l'economia americana e ora, Congresso permettendo, si appresta a varare una costosissima riforma sanitaria.

Insomma con l'amministrazione Obama il deficit Usa è aumentato notevolmente. Ed è proprio questo uno dei principali argomenti utilizzati per attaccare l'attuale amministrazione. «Il deficit a questi livelli mette a rischio la ripresa, mina la stabilità dell'economia e limita l'influenza internazionale degli Usa». «Considerazioni come queste, scrive Krugman, si leggono sui giornali un giorno si e l'altro pure, come se fosserop fatti incontrovertibili». In realtà, argomenta Krugman, si tratta di opinioni travestite da fatti.

La realtà è un'altra perché, nonostante i rendimenti in calo, la domanda per i titoli di Stato Usa non sembra rallentare. C'è un problema di deficit, è vero. Ma a lungo termine. Se il governo non avesse speso i soldi che ha speso per ammortizzare la caduta di un'economia reduce dalla peggiore crisi dal 1929, oggi ci troveremmo in una situazione sicuramente peggiore. L'enorme deficit americano peserà aulle generazioni future, scrive Krugman, ma con il giusto rigore i conti pubblici americani si sistemeranno con il tempo. Quella sui conti pubblici, è il ragionamento del columnist del New York Times, è una falsa emergenza, strumentalizzata dai repubblicani per attaccare Obama. (An. Fr.)

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"Fiscal Scare Tactics" l'articolo di Paul Krugman sul New York times