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Pressing di Barroso sulla Merkel per gli aiuti alla Grecia

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23 marzo 2010

La cancelliera tedesca Angela Merkel, fino ad oggi scettica sugli aiuti finanziari alla Grecia, alla fine si convincerà che è una misura ora necessaria: ne è convinto il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, che in un'intervista al Financial Times di oggi spiega come il momento di aiutare Atene sia arrivato.
«Lo scorso 11 febbraio i leader Ue hanno deciso di intraprendere azioni coordinate per assicurare la stabilità della zona euro, se necessario. Ecco, la Commissione ritiene che sia necessario ora», ha detto Barroso, in risposta alla Merkel che invece non vede ancora nessuna urgenza.
«Conosco la Merkel - ha aggiunto il presidente - è una grande europeista e non ho dubbi che, se necessario, sarà a favore dell'assistenza finanziaria alla Grecia». Assistenza che prenderà la forma di prestiti bilaterali condizionati, un meccanismo da non attivare immediatamente, ma solo quando la Grecia lo richiederà e se i mercati non si saranno calmati nel frattempo, ha spiegato Barroso. Un'assistenza di tale tipo aggirerebbe la clausola del 'no bail-out', o no al salvataggio, contenuta nel Tratto Ue: «No bail-out non significa che non possiamo aiutare gli Stati membri», ha precisato.
Infine, il presidente ha spiegato di non capire perchè tanta contrarietà, da parte di alcuni Stati membri, all'intervento del Fmi, già sceso in campo per la Lettonia, l'Ungheria e la Romania.

Frattini auspica un'intesa
Il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, ha discusso del dossier Grecia in una telefonata proprio con Barroso.
Rispondendo ad una domanda sulle difficoltà dell'Unione europea a trovare una posizione comune sulla crisi greca, anche a causa dell'opposizione della Germania. «Ho parlato di questo con il presidente della Commissione europea Barroso nel corso di un bilaterale - ha spiegato Frattini - e credo che la Germania dovrebbe essere il Paese più interessato alla stabilità della zona euro, essendo il principale e più importante Paese europeo come volume e capacità di economia». E, in quanto tale, sottolinea Frattini, «interessato al fatto che se vi è un meccanismo che va rafforzato, questo meccanismo va rafforzato a livello europeo e non con intese bilaterali».
«Mi auguro - ha concluso il ministro - che si trovi un'intesa, che non sarà su un assegno da dare nelle mani della Grecia, ma su un meccanismo che deve essere attivato ove ve ne sia la necessità».

23 marzo 2010
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