Per il secondo anno consecutivo Mondadori mette a dieta i soci. La rinuncia alla cedola da parte della casa editrice di Segrate anche per il 2010 è il segnale della crisi dell'industria editoriale, «la più difficile in venti anni» ha ammesso l'amministratore delegato Maurizio Costa. Ma a ben vedere il dividendo è l'unica ombra perchè il bilancio del gruppo, l'ultimo dei quattro big editoriali quotati, è il più in salute di tutti. E anzi Mondadori guarda con più serenità al futuro: i primi mesi dell'anno sono stati ancora turbolenti, a conferma che la crisi non è finita, ma il peggio, nelle parole dell'azienda, sembra alle spalle. Tre gli atout della Mondadori per cavalcare l'eventuale recupero del mercato: l'ingresso negli e-book, la nuova frontiera del mercato editoriale, in autunno; la possibile espansione nel mondo delle radio (dove già possiede R101); ma soprattutto l'inedito debutto nella Tv (entrando nel business della cugina Mediaset), con il lancio di un canale digitale terrestre.
Nonostante tutte le voci del conto economico siano col segno meno, «una cosa che certamente non ci fa piacere» ha stigmatizzato Costa, la casa editrice di proprietà della famiglia Berlusconi, via Fininvest, è quella che ha fatto più utili in Italia: 34 milioni contro i 6 dell'Espresso, mentre Rcs è stata piegata da 129 milioni di perdite e il Gruppo 24 Ore, che pubblica anche questo giornale, ne ha accusate 52 milioni). Rispetto al 2008, che già aveva visto gli utili scivolare del 13,8%, i profitti sono più che dimezzati (-64%), ma è comunque un risultato lusinghiero rispetto al contesto generale. Il giro d'affari della società presieduta da Marina Berlusconi è calato del 15,3% a 1,54 miliardi: il risultato è però figlio di un andamento a forbice dei vari business. La divisione editoriale pura, soprattutto il comparto dei libri (dove Mondadori ha la fetta di mercato più grande col 28,4%), che tiene (con un andamento quasi piatto, -2%, a 434 milioni grazie ai casi editoriali di Paolo Giordano, Fabio Volo e Dan Brown); e invece la caduta del mercato pubblicitario, piombato del 24,4% (a 250,4 milioni dai 331 milioni di dodici mesi prima). L'altra gamba del business editoriale, periodici e riviste, ha pagato di più recessione e il calo dei consumi (-14,1% a 494,3 milioni), anche per effetto dell'ormai declinante mercato degli abbinamenti editoriali (-18% scesi ai minimi storici per questo tipo di iniziativa). In Francia, invece, le cose sono andate meglio, con cali diffusionali e pubblicitari più contenuti. Del calo dei ricavi complessivi ha risentito la marginalità con un Mol anch'esso dimezzato(-57,4% a 106,2 milioni).
In Mondadori hanno però lavorato sul piano finanziario, con la ristrutturazione del debito che ha permesso di risparmiare 44 milioni di oneri finanziari: l'indebitamento è così calato di 117 milioni scendo a 373 milioni (sotto le 3 volte il Mol). In più il piano anti-crisi varato ha permesso di ridurre costi (con anche interventi sulla diminuzione del personale, sceso da 5.580 a 3.750 unità, al netto della vendita di Mondadori Printing a fine 2008).
Dopo la pausa estiva Mondadori debutterà nei libri elettronici: il gruppo sta siglando accordi con le varie piattaforme tecnologiche, da iTunes per Apple, al Kindle di Amazon fino a Telecom Italia, per vendere la sua library (per ora circa mille titoli). Il gruppo si sta anche guardando intorno per eventuali acquisizioni di emittenti radio e sta studiando anche il lancio di un canale tv,in digitale terrestre, dedicato al lifestyle. (S. Fi.)
