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Bce: aquistati titoli di stato per 16,5 miliardi

Dal nostro corrispondente Beda Romano

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18 maggio 2010

FRANCOFORTE - La Banca centrale europea ha rivelato ieri di aver acquistato la settimana scorsa 16,5 miliardi di euro in obbligazioni pur di calmare le tensioni sui mercati finanziari. L'istituto monetario ha anche annunciato operazioni con le quali assorbirà questa liquidità in eccesso, rispondendo così alle crescenti preoccupazioni tedesche, rimbalzate sulla stampa, su un possibile aumento dell'inflazione.

In un comunicato, la Bce ha spiegato ieri che terrà un'asta al tasso d'interesse massimo dell'1%. I depositi parcheggiati presso l'istituto monetario per una settimana potranno essere utilizzati come collaterale in occasione delle classiche operazioni di rifinanziamento. La banca centrale ha già preannunciato che organizzerà la settimana prossima una nuova asta di questo tipo per assorbire nuova eventuale liquidità in eccesso.

«L'ammontare degli acquisti di obbligazioni è in linea con le stime del mercato. A questo punto l'obiettivo della Bce è di assicurare che questi acquisti non avranno effetti inflazionistici», commentava ieri sera Julian Callow, economista di Barclays Capital, notando che il tasso d'interesse all'1% - rispetto a un titolo tedesco a due anni con un rendimento dello 0,60% - dovrebbe invogliare le banche a partecipare all'operazione.

Stiamo parlando (per ora) di somme limitate. I 16,5 miliardi di euro utilizzati per acquistare obbligazioni sono una quota piccola rispetto alle operazioni di liquidità in essere, pari a circa 800 miliardi di euro. La Bce non ha detto quanto intende acquistare e fino a quando intende acquistare titoli pubblici, ma è presumibile che i banchieri centrali non vogliano fare per troppo tempo un'operazione molto controversa.

Con l'annuncio di ieri l'obiettivo dell'istituto monetario è di dimostrare che l'acquisto di titoli di stato non è una forma di allentamento quantitativo all'americana, ma serve piuttosto a evitare tensioni sui mercati e sui rendimenti delle obbligazioni pubbliche. In un momento delicatissimo per il futuro dell'euro, la Bce vuole assolutamente contrastare l'impressione, soprattutto tedesca, che vi è il rischio di creare nuova inflazione.

Negli ultimi giorni il presidente della banca Jean-Claude Trichet ha dato interviste a Zdf, Handelsblatt e Der Spiegel per giustificare una scelta dettata da eventi drammatici che avrebbero potuto mettere a repentaglio la moneta unica. Ciononostante, un ex presidente della Bundesbank Karl-Otto Pöhl, 80 anni, ha criticato le scelte della Bce di acquistare obbligazioni pubbliche, ritenuta una forma di monetizzazione del debito.

In un'intervista a Der Spiegel, Pöhl, che dopo aver lasciato la banca centrale ha lavorato in istituzioni finanziarie private, ha spiegato che il rischio a questo punto è di avere un euro debole. Riferendosi alle istituzioni europee l'ex banchiere centrale ha affermato: «Avrebbero dovuto capire che un paese piccolo come la Grecia, senza tessuto industriale, non sarà mai nella posizione di ripagare debiti per 300 milioni di euro».

Nel frattempo, Frank Schaeffler, un membro del partito liberale, al potere con i democristiani nel governo Merkel, ha chiesto le dimissioni di Trichet. Un portavoce del cancelliere Angela Merkel ha subito preso le distanze. Sempre ieri Bild pubblicava un nuovo sondaggio secondo il quale 47% dei tedeschi vorrebbe il ritorno del marco. Il quotidiano però commentava lo studio demoscopico con un articolo nel quale ricordava tutti i rischi e tutti gli svantaggi di un abbandono dell'euro.

18 maggio 2010
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