Giornata, e settimana, da dimenticare per Piazza Affari. Dopo il capitombolo di ieri, con le blue chip bancarie nel mirino della speculazione e il paniere principale che ha perso il 4,7%, oggi Milano ha archiviato la seduta di nuovo in calo: il Ftse all share ha ceduto il 2,54% e il Ftse Mib il 3,27 per cento. Di più: come non fossero bastati i problemi tecnologici di ieri sui mercati americani, la Borsa Italiana è stata costretta a sospendere le contrattazioni per cause tecniche.
La sospensione delle contrattazioni
Verso le 16.10 la società che gestice il mercato ha comunicato che: «L'informativa sui prezzi in tempo reale potrebbe non essere aggiornata». Da lì è iniziato una fase di incertezza. Diversi operatori, contattati dal Sole 24 Ore.com, hanno espresso le loro difficoltà: «È da circa 30 minuti che non vediamo i prezzi», è stato il leitmotiv dei trader al telefono.
Dopo un po', la Borsa Italiana ha sospeso gli scambi di Piazza Affari. Con un laconico comunicato Palazzo Mezzanotte ha informato che le contrattazioni su Mta, Etf, Sedex e Mot non potevano proseguire: stop per problemi tecnici. Contattata dal sole24ore.com, Palazzo Mezzanotte ha detto che eventuali sviluppi sarebbero stati comunicati sempre e solo in via ufficiale. E così è stato. Prima la sospensione di tutti gli scambi, poi l'ultima mezz'ora di negoziazione continua ma solo per l'azionario e l'obbligazionario.
Una ripartenza che vale la pena ricordare: il terminale degli scambi, in pochi secondi, ha visto il Ftse Mib sprofondare a - 5%. Un film già visto ieri: verso il finale di seduta il paniere principale che crolla. In pochi minuti, però, le blue chip si sono riprese e alla fine hanno limitato i danni. Anche perché evidentemente, la speculazione sui titoli bancari oltre alle vendite in ottica difensiva-anti-debito, avevano già operato ieri e gli istituti finanziari non sono stati completamente travolti.
Consob europee coordinate contro speculazione
Al contrario, l'ondata di vendite (spinte anche dalla paura contagio-debito ad altri paesi europei oltre la Grecia) ha colpito le Borse del centro Europa: Parigi ha ceduto oltre il 4%, Francoforte il 3,25 e Londra, dove c'era molta attesa per le elezioni, ha ceduto solo l'1,22 per cento. Insomma, la turbolenza che sta squotendo i mercati si è spostata dal Sud Europa verso altri lidi.
In generale, i listini del Vecchio Continente in quattro sedute hanno mandato in fumo quasi 440 miliardi di euro. Le folate di volatilità hanno messo in allarme le Consob europee, tanto da ipotizzare «una regia comune per rispondere alle recenti turbolenze e coordinare eventuali azioni delle autorità nazionali». Dal canto suo la Consob italiana ha avviato da ieri tutti gli accertamenti necessari «per verificare eventuali anomalie o irregolarità nelle contrattazioni sui mercati nelle sedute degli ultimi giorni».
Wall Street in rosso, Obama non basta
E lo stesso presidente americano Barack Obama, intervenendo sul vertiginoso sbandamento di giovedì sera a Wall Street, ha affermato che «bisogna proteggere gli investitori e prevenire che ciò possa succedere ancora» . Inoltre, l'inquilino della Casa Bianca ha detto di aver telefonato al cancelliere tedesco Angela Merkel, sottolineando di essere «d'accordo sulla necessità di una forte risposta» da parte della politica. Al termine della giornata dei mercati - nonostante i buoni dati sul lavoro - Wall Street ha chiuso nuovamente in calo: il Dow Jones è sceso dell'1,34% a 10.379,00 punti, il Nasdaq ha perso il 2,33% a 2.265,64 punti mentre lo S&P500 ha lasciato sul terreno l'1,54% a 1.110,78 punti. È passata così una settimana pesante per i listini Usa, addirittura la più pesante dal marzo 2009 per il Dj (-5,7%) e lo S&P 500 (-6,4%). Per il Nasdaq (-8%) bisogna risalire al novembre 2008.
Le blue chip di Piazza Affari
Tornando al mercato, in particolare a quello di Piazza Affari, tra i titoli principali, ko per Italcementi. Vendite anche su Exor e Fiat, che hanno accusato una perdita rispettivamente del 6,21% a 11,94 euro e del 5,17% a quota 8,43. Nel comparto dell'auto, Pirelli ha ceduto il 5,66% a 0,408 euro, con la controllata dell'immobiliare Pirelli Real estate che ha ceduto l'8,50% finale a 0,366. Le banche, dal canto loro, hanno resistito un po' meglio di ieri: la Banca popolare di Milano ha perso il 5,11% a 3,48, Intesa Sanpaolo il 3,95% a due euro netti, Unicredit del 3,32% a 1,62 euro. In leggera controtendenza hanno chiuso sia Ubi banca sia il Credem, che hanno registrato un aumento rispettivamente dello 0,19% a 8,05 euro e dell'1,42% a quota 4,1.
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