La Banca Popolare di Milano ha chiuso il primo trimestre del 2010 con un utile netto di 50,1 milioni, in calo del 30,2% rispetto allo stesso periodo del 2009, che tuttavia aveva beneficiato di 60 milioni di proventi dall'operatività in derivati sui tassi di interesse. Utile lordo dell'operatività corrente si attesta a 86,4 milioni (da 90,3). Sul fronte patrimoniale, il core tier 1 è pari al 7,9%.
Proseguendo nell'analisi del conto economico del primo trimestre, i proventi operativi del gruppo si attestano a 435,9 milioni (-10,8%), con un margine di interesse in calo del 25,4% a 179,8 milioni e commissioni nette in aumento del 38,2% a 190 milioni. È di 55,2 milioni, inoltre, il saldo positivo dell'attività finanziaria. I costi operativi, d'altra parte, sono pari a 279,4 milioni (+1,7%) per un rapporto cost/income che si attesta al 64%.
Nel dettaglio, le spese per il personale sono scese del 3,1% a 178,2 milioni, risultato su cui ha influito l'uscita di 429 dipendenti nelle prime due tranche previste dagli accordi per il Fondo di Solidarietà. Il risultato della gestione operativa è pari a 156,6 milioni (contro 214 un anno prima). Nel trimestre il gruppo ha registrato rettifiche e accantonamenti per 70,1 milioni, in calo di 17,5 milioni rispetto a marzo 2009.
Quanto all'andamento degli aggregati patrimoniali, la raccolta diretta è scesa del 3,3% a 34,55 miliardi, mentre quella indiretta è cresciuta del 13,9% a 46,55 miliardi. Gli impieghi a clientela, d'altra parte, sono aumentati del 5,7% a 33,36 miliardi, con un +6,3% per i mutui. La qualità del credito, d'altra parte, «risente del perdurare del difficile contesto macroeconomico nazionale e internazionale», con un'incidenza dei crediti dubbi pari al 5,6% del totale (incagli lordi al 4%, netti al 3,5%, sofferenze lorde al 2,4%, nette all'1,1%). Sul fronte dei coefficienti patrimoniali, infine, il tier 1 si attesta all'8,6% e il total capital ratio al 12,6%.