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Fmi: «Per ridurre il deficit
si parta da pensioni e sanità»

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14 maggio 2010
Fmi: «Per ridurre il deficit si parta da pensioni e sanità». Nella foto Carlo Cottarelli, direttore del dipartimento Affari Fiscal

Il mandato fondamentale per la comunità globale nei prossimi sarà senza dubbio quello di risanare i conti e prepararsi al tempo stesso al progressivo aumento delle spese sanitaria a causa dell'invecchiamento della popolazione. Per questo, osserva oggi il Fiscal Monitor pubblicato dal Fmi e approvato dal direttore del dipartimento Affari Fiscali, Carlo Cottarelli, occorre agire su due fronti principali.

Le proposte avanzate dal Fondo si basano sulle recenti analisi degli economisti dell'istituzione di Washington che prevedono un aumento generale dei debiti pubblici nei paesi avanzati del 36% tra il 2007 e il 2014 e un'accelerazione dopo quella data delle spese per sanità e le pensioni che finiranno con l'aggravare le pressioni fiscali. La ricetta del Fondo include un aumento generalizzato a livello globale di due anni dell'età pensionabile che permetterebbe di compensare l'aumento previsto dell'1% delle spese per pensioni nell'arco dei prossimi venti anni.

«Per quanto riguarda il sistema sanitario - osserva il rapporto - la sfida maggiore e fino ad ora è stata sottovalutata, specie in Europa. Le nostre nuove proiezioni indicano che le spese per la salute potrebbero aumentare di 3,5 punti percentuali del Pil nell'arco del prossimo ventennio nei paesi avanzati». Per questo, osservano gli esperti del Fondo, servono riforme per calmierare i prezzi, limitare i benefit pubblici e ridurre la domanda di servizi sanitari magari introducendo forme di co-pagamento in modo da disincentivare le richieste di servizio non autenticamente motivate.

«Ma se molti paesi sono riusciti a riformare in misura significativa i loro piani pensionistici - osserva il Fondo - la difficoltà incontrata invece per quanto riguarda la sanità è manifestata dalla scarsità di progetti di riforma rilevanti nei paesi avanzati che mirino primariamente a ridurre le spese». Sul fronte fiscale il Fondo ritiene che un maggiore grado di efficienza permetterebbe di ottenere maggiori entrate pari al 2,8% del Pil. In alcuni casi tuttavia andrebbe considerato anche un inasprimento della pressione. Negli Stati Uniti ad esempio si potrebbe introdurre l'Iva (ora vi é una tassa federale e una locale) ma in generale si potrebbero valutare alcune misure aggiuntive fra cui: un ulteriore sviluppo delle tasse sugli immobili, un incremento delle accise entro limiti già in uso in paesi simili e un'introduzione di un sistema efficiente di carbon pricing negli Stati Uniti e in Europa.

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14 maggio 2010
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