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Accordo per salvare la Grecia
Piano da 110 miliardi di euro
Ad Atene settimana di scioperi

dal nostro inviato Vittorio Da Rold

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2 MAGGIO 2010
Al via l'Eurogruppo sulla Grecia

ATENE- Il Paese è chiamato a fare «grandi sacrifici» per «evitare la bancarotta», dice in diretta tv domenica mattina il premier greco George Papandreou, in toni drammatici, annunciando l'accordo sul piano di austerity tra governo, Commissione Ue, Bce e Fmi.

La tragedia greca, il primo salvataggio nella storia dell'eurozona, sta trovando faticosamente dopo sei mesi dal primo allarme il 20 novembre scorso, la sua exit-strategy e la parola passa al ministro delle Finanze George Papaconstantinou che ha condotto nei dettagli le trattative per il piano di risanamento. I ministri delle Finanze dell'Eurogruppo hanno dato il via libera al piano di sostegno per la Grecia: si tratta, come ha spiegato il presidente dell'Eurogruppo Jean Claude Juncker, di 110 miliardi di euro in tre anni, di cui 80 a carico dei partner della Grecia nell'area euro. Di questi, come già previsto, 30 miliardi saranno stanziati dai 15 paesi nel primo anno.

La Banca centrale europea, dal canto suo, ha dato il benvenuto al programma di austerità concordato con il governo greco. In una nota la Bce ha detto che le misure «dovrebbero aiutare a ristabilire la fiducia e a salvaguardare la stabilità finanziaria dell'euro zona». L'Eurotower infine ha aggiunto che «il programma della Grecia è completo».

Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha affermato che il piano di austerità della Grecia «è molto ambizioso» e che gli aiuti ad Atene sono «l'unica strada per assicurare la stabilità dell'euro». Merkel inoltre ha ribadito la volontà del suo governo di attivare il piano di aiuti al più tardi alla fine della possima settimana.

Prima di partire in volo per Bruxelles, il responsabile delle Finanze greco ha incontrato la stampa al terzo piano del suo ministero di ritorno dal consiglio dei ministri speciale convocato dal premier Papandreou per annunciare l'intesa con Ue-Fmi.

La manovra varata da Atene è senza precedenti per ampiezza e obiettivi da raggiungere. «L'accordo raggiunto ad Atene per un programma pluriennale di consolidamento di bilancio e di riforme strutturali, fra le autorità greche da una parte e dall'altra la Commissione Ue, la Bce e l'Fmi, prevede tagli alla spesa pubblica da 30 miliardi di euro i 3 anni cioè entro il 2012, e il rientro del deficit pubblico al 3% entro il 2014, con una riduzione di 11 punti percentuali in quattro anni», ha spiegato in sintesi il ministro affermando che non è preoccupato dalle ricadute politiche e personali di questa scelta che non ha alternative se non la bancarotta del paese.

La faccia di Papaconstantinou è uno straccio, tesa, stanca per i duri negoziati passati con la troika composta da Ue, Bce e Fmi. Ma ora la corsa contro il tempo (prima delle scadenze dei bond del 19 maggio) sta per finire il ministro dice di poter «ritornare quando sarà possibile sul mercato» anche se «gradualmente» senza più l'incubo di non riuscire a pagare gli interessi giunti fino al 10% sul decennale greco. Il ministro ha precisato che, in caso di ritorno al mercato obbligazionario con l'emissione di bond (se i tassi d'interesse scenderanno a livelli sostenibili) potrebbe non essere necessario utilizzare tutti i finanziamenti del meccanismo previsti per il piano triennale.

Poi ha aggiunto una previsione che purtroppo non stupisce nessuno dei presenti dei media giunti da ogni parte del mondo per assistere alla confrenza stampa del primo salvataggio di un paese dell'Eurozona: «Il debito salirà al 140% del Pil e poi nel 2014 comincerà a scendere. Il Pil greco nel 20101 si contrarrà del 4%».

Papaconstantinou ha spiegato anche che «ogni trimestre ci saranno i controlli» da parte della Ue-Fmi sull'implementezione del piano di ritrutturazione dell'economia greca. Tutti ricordano che nel 2004 il primo Governo Karamanlis, conservatore, ricevette un paese con 180 miliardi di euro di debiti e nell'ottobre 2009 lo stesso passava la mano al socialista Papandreou lasciandogli in eredità 300 miliardi di euro di debito. Un incremento di ben 120 miliardi di euro messi a segno in soli sei anni di dissenate politiche clientelari. Senza contare un deficit 2009 taroccato che è balzato dal 3,4 al 13,6% del Pil. Ma vediamo in sintesi la manovra di austerità adottata dal governo Papandreou.


Pubblici dipendenti nel mirino - Nel settore pubblico, oltre alle riduzioni delle indennità già annunciate in precedenza, saranno congelati stipendi e pensioni. Verranno ridotte la 13ma e la 14ma mensilità sotto i 3.000 euro lordi mensili, e saranno abolite sopra questa cifra. In ogni caso le due mensilitò non potranno superare l'importo massimo di mille euro. Alla fine di altri interventi saranno tagliati (-8%) i premi che sono una quota importante delle retribuzioni elleniche già ridotto del 12% pochi gioni fa. I dipendenti pubblici, al netto di tutte le operazioni di austerity, vedranno i loro salari ridurre di oltre il 20%.

Tagli alle pensioni – La 13ma e la 14ma saranno abolite per le pensioni sopra i 2.500 euro lordi mensili, e sotto questo livello saranno ridotte. Sara rivisto completamente il sistema delle pensioni di invalidità. Per le pensioni a partire dal 2011 eguaglianza nell'età pensionabile tra uomini e donne a 65 anni con un minimo di contributi in crescita graduale da 35 e 40 anni e un meccanismo per adeguarla in automatico all'incremento delle aspettative di vita.   CONTINUA ...»


2 MAGGIO 2010
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