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Milano, parte domani il processo derivati

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5 maggio 2010
Parte domani il processo derivati

Tecnico che va, tecnico che viene. Il Comune di Milano ne sta scegliendo uno, forse due, per realizzare il contro-derivato finalizzato all'azzeramento dei rischi dello swap firmato con Ubs, JP Morgan, Deutsche Bank e Depfa Bank e messo sotto accusa dalla Procura di Milano.
In Lombardia invece, uno tecnico già scelto dalla maggioranza ha lasciato l'incarico due giorni fa, dopo essere stato ingaggiato per chiarire la vicenda del bond e del sinking fund. Si tratta dell'avvocato Vittorio Grimaldi, chiamato insieme ai docenti Ruggiero Cafari Panico e Lorenzo Caprio a costituire il board tecnico per studiare la struttura dell'operazione. Con una lettera circolata due giorni fa all'interno del Pirellone, Grimaldi ha dato le dimissioni «per motivi personali».
Dietro le inchieste finanziarie della Lombardia e di Palazzo Marino, dietro i timori dei politici regionali e comunali, ci sono dunque i consulenti specializzati in derivati, obbligazioni e contrattualistica con gli istituti bancari. È la prima conseguenza dei problemi finanziari in cui gli enti locali si sono infilati ma da cui difficilmente riescono da soli a venirne fuori.

A Palazzo Marino
Domani a Milano si apre il processo penale sui derivati, il primo al mondo di questo tipo. Sul banco degli imputati ci sono infatti, per la prima volta, gli istituti di credito, accusati di truffa aggravata ai danni di un ente locale.
La vicenda, anche in questo caso, è iniziata con il lavoro di tre tecnici ingaggiati dal Comune di Milano: il fiscalista Nicola Cavalluzzo, il consulente finanziario Paolo Chiaia, il docente bocconiano Cesare Conti. Furono loro a mettere in luce commissioni "occulte" per almeno 88 milioni (per la Procura si è arrivati addirittura a 100).
Oggi, per mettere a punto un mirror-swap, la task force comunale probabilmente si appellerà di nuovo ad un esperto esterno, che verrà nominato nei prossimi giorni.

Il board del Pirellone
Nel luglio scorso, sollecitato da un ordine del giorno del Pd, il Consiglio regionale lombardo votò un documento in cui istituiva un board tecnico con tre consulenti esterni, per fare luce sulla vicenda del bond e del sinking fund. Trentasei voti a favore e 31 contrari, tra cui quello dell'assessore al Bilancio Romano Colozzi.
Otto mesi dopo l'Ufficio di presidenza del Consiglio ha votato una delibera, rendendo noti i tre nomi scelti, appunto Cafari Panico, Caprio e Grimaldi. Adesso il board ha perso un pezzo per strada, prima ancora della firma del contratto e dell'inizio dei lavori. Nelle prossime settimane è probabile che l'Ufficio di presidenza si metta all'opera per trovare un nuovo candidato. (S. Mo.)

5 maggio 2010
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