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Scaroni: "C'è petrolio per i prossimi 70 anni" (Expansion)

di Elysa Fazzino

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18 maggio 2010

«C'è petrolio sufficiente per coprire i prossimi 70 anni»: è quanto afferma l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, in un'intervista esclusiva al quotidiano economico spagnolo Expansion.
Nessun cenno alla Repsol, nel testo pubblicato sul sito web: nei giorni scorsi lo stesso Expansion aveva scritto, nella sua versione online, che Eni aveva avviato sondaggi presso il governo di Madrid per un'eventuale integrazione con il gruppo petrolifero spagnolo-argentino Repsol Ypf. Le prime due domande dell'intervista riguardano proprio la Spagna e l'America Latina.

«Siamo nel mercato del gas spagnolo, con la partecipazione del 50% in Union Fenosa Gas», dice Scaroni. «La nostra presenza nel settore petrolifero downstream (raffinazione e distribuzione) è piuttosto limitata. Pensiamo che consolidare le nostre attività downstream della penisola iberica in Galp, essendo Eni uno dei suoi principali azionisti, possa creare sinergie e aggiungere valore a entrambe le compagnie». Galp Energia è un'azienda portoghese operante nel settore petrolifero e del gas in cui Eni ha una quota del 33,34%. La brasiliana Petrobas ha di recente smentito le indiscrezioni secondo cui sarebbe in trattative per acquisire la quota Eni in Galp.
Quanto all'America Latina, all'osservazione dell'intervistatore che questa area geografica non sembra prioritaria per l'Eni, Scaroni risponde che, fuori dall'Italia, il sostegno dell'Eni è sempre stato l'Africa. «A parte l'Africa abbiamo consolidato la nostra presenza nei paesi Ocse e nella regione del Caspio. In America latina siamo in Brasile, Ecuador e abbiamo una presenza importante in Venezuela».

C'è poi la Russia. Perché – chiede Expansion - l'Eni è una delle compagnie più dinamiche nel promuovere affari con la Russia? «Ci sono buone ragioni – spiega Scaroni - perché le compagnie del petrolio e gas mantengano una presenza dinamica in Russia: è uno dei paesi più ricchi in idrocarburi e gioca un ruolo chiave per l'Europa nella sicurezza delle sue forniture. Eni gode di un'ampia tradizione di buone relazioni commerciali con la Russia».
In particolare, la collaborazione tra Eni e Gazprom, iniziata nel 1969, si è sviluppata e rafforzata «significativamente». Nel 2006 è stato firmato un accordo strategico e nel 2007 Eni è entrata per la prima volta nel settore upstream (esplorazione e produzione) in Russia. «Oggi abbiamo il 30% di SeverEnergia, la sua unica associazione con compagnie non russe che opera in Yamal (Siberia occidentale), la regione che produce attualmente il 90% del gas russo».

D fronte alle preoccupazioni che il mondo stia per arrivare al limite della sua capacità di produzione di petrolio, Scaroni osserva: «C'è molto petrolio. Per ora, il nostro pianeta ha la disponibilità di riserve chiamate sicure di oltre un miliardo di barili». Queste riserve – nota il manager - sono maggiori di tutto il greggio consumato da quando è iniziata l'era del petrolio, alla fine del XIX secolo. A queste riserve sicure si aggiungono quelle probabili e le possibili riserve aggiuntive. In totale, secondo Scaroni, si può contare come minimo su circa cinque miliardi di barili, «sufficienti per coprire il consumo mondiale per i prossimi 70 anni».
Expansion definisce «spettacolare» la progressione dell'Eni negli ultimi anni: la società petrolifera italiana, che per capitalizzazione «è la quarta dell'Ue e la prima dell'area mediterranea», ha incrementato del 50% la sua produzione di greggio e gas e commercializza un volume di gas «equivalente al triplo del consumo spagnolo».

18 maggio 2010
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