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Piazza Affari, in arrivo i nuovi indici Ftse: istruzioni per l'uso

di Maria Adelaide Marchesoni e Valeria Novellini

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29 maggio 2009

Restyling o rivoluzione? Dal primo giugno i "vecchi" indici di Borsa saranno sostituiti da altri calcolati dal nuovo provider Ftse, che già elaborava gli indici dei mercati borsistici anglosassoni. Le novità sono numerose, ma è bene ricordare che per i possessori di strumenti finanziari collegati a indici di mercato non cambia nulla. Infatti tali strumenti (in primo luogo gli ETF) sono per lo più indicizzati all'S&P MIB, che cambierà semplicemente la denominazione in FTSE MIB con le stesse 40 componenti e la medesima metodologia di calcolo dell'indice precedente.

Però notevoli cambiamenti attendono gli altri indici di mercato. In primo luogo il Midex, ora costituito da 30 società a media capitalizzazione, sarà sostituito da FTSE Italia Mid Cap composto però da ben 60 società; l'indice risulterà quindi ben più rappresentativo del modello del "tessuto industriale italiano", prevalentemente composto da aziende medio/piccole. Viene poi istituito il nuovo indice FTSE Italia Small Cap, composto dalle rimanenti azioni "liquide".

Questa caratteristica, la liquidità, ha molta importanza per i nuovi indici a differenza di quanto avveniva con gli indici precedenti. In pratica, si tiene molto più conto del flottante effettivo (ossia la percentuale di azioni non detenuta dagli azionisti di riferimento), e per tale motivo, a parità di capitalizzazione (intesa come prezzo di mercato moltiplicato per il numero complessivo delle azioni esistenti), nei "nuovi" indici FTSE avranno maggior peso le azioni contraddistinte da flottante effettivo, e quindi liquidità, più elevati.

Ovviamente la liquidità tiene anche conto del volume degli scambi effettivamente realizzati sul mercato: è evidente però che, se il flottante "reale" di una società quotata è limitato, vi sono poche azioni liberamente disponibili per le contrattazioni sul mercato. Tutto questo per introdurre un'altra novità dei nuovi indici: l'indicatore che sostituirà il Mibtel, vale a dire FTSE Italia All Share, non comprenderà in realtà "tutte" le azioni quotate in Borsa, pur essendo composto dalle somma delle azioni facenti parte degli indici FTSE MIB, FTSE Italia Mid Cap e FTSE Italia Small Cap.

Ne risulteranno infatti "escluse" circa 25 società, incluse nel nuovo indice FTSE Micro Cap, che non soddisfano i criteri di liquidità predisposti da FTSE e la cui capitalizzazione "nominale" è inferiore a quella delle 40 azioni incluse nell'indice FTSE MIB. Il che non significa quindi che si tratti esclusivamente di società a "micro-capitalizzazione" perché di piccole dimensioni: in gran parte è così, ma vi sono anche incluse società anche di medie dimensioni che però presentano un flottante limitato (*). La scelta operata da FTSE per calcolare i nuovi indici è basata infatti sull'esperienza anglosassone che privilegia le "public companies", circostanza questa non così scontata in un mercato come quello italiano ancora contraddistinto in gran parte da azionariato familiare o da strutture azionarie che prevedono la forte presenza di enti pubblici o semipubblici (è il caso, ad esempio, di molte società aeroportuali quotate).

Rimarrà praticamente invariato l'indice di Borsa dedicato al segmento STAR, ora ridenominato FTSE Italia STAR: è bene ricordare che tutte le società quotate al segmento STAR presentano già un flottante minimo pari al 35%. Altra novità: i nuovi indici FTSE non fanno più distinzione fra società quotate presso il Mercato Telematico Azionario vero e proprio (MTA) e il Mercato Expandi, destinato a confluire nell'MTA stesso a partire dal prossimo 22 giugno. Molte delle caratteristiche informative richieste alle società quotate presso l'MTA sono state estese anche all'Expandi con la recente adozione anche in Italia della direttiva europea sulla Transparency che ha reso, fra l'altro, obbligatoria per tutte le società quotate la redazione delle relazioni trimestrali.

Per le società ora quotate all'Expandi il passaggio "d'ufficio" all'MTA e l'inclusione nei nuovi indici FTSE rappresenta un'opportunità in termini di maggiore visibilità sul mercato; senza contare che in futuro i nuovi indici potrebbero essere, ad esempio, presi come base per la creazione di fondi comuni di investimento specializzati nelle Mid Cap o nelle Small Cap. Le società Expandi di maggiori dimensioni (le due banche BPER e Banca Popolare di Sondrio, entrambe con capitalizzazione superiore a 2 miliardi) si stanno già preparando all'evento e in particolare BPER ha già annunciato che il passaggio all'MTA sarà accompagnato da un road show in Europa e negli USA per far meglio conoscere la banca ai potenziali investitori.

Ma le banche sono comunque sempre al centro dell'interesse del mercato; in Italia, in particolare, per le continue "diatribe" con le autorità politiche e monetarie, nonché con le associazioni di industriali e commercianti, sull'esistenza o meno di una situazione di "credit crunch" soprattutto nei confronti delle PMI. Al di là dei meri dati statistici sull'erogazione del credito, persino lo stesso governatore di Bankitalia Draghi nelle sue "Considerazioni Finali" ha rilevato l'esistenza di restrizioni creditizie in Italia pur sottolineando che "non si può chiedere alle banche di allentare la prudenza nell'erogare il credito", pena effetti disastrosi sui bilanci bancari, anche se sotto questo aspetto le banche italiane hanno risentito in misura relativamente limitata degli effetti della crisi prima finanziaria e poi dell'economia reale.

  CONTINUA ...»

29 maggio 2009
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