Domani sarà il giorno della resa dei conti per quattro grandi banche britanniche. I boss di Royal Bank of Scotland, Barclays, Hbos e Lloyds Tsb erano infatti in serrate trattative con il Tesoro britannico nella giornata di domenica per discutere un piano di ricapitalizzazione - e dunque di nazionalizzazione parziale - da parte dello Stato che potrebbe portare a un'iniezione complessiva compresa tra 30 e 35 miliardi di sterline. Secondo anticipazioni, Rbs sarebbe quella più "bisognosa" e necessiterebbe di un apporto di 10 miliardi di sterline, da aggiungere ai 12 miliardi che ha già raccolto lo scorso giugno nel maggiore aumento di capitale della storia bancaria britannica. Hbos e Barclays potrebbero avere bisogno di 5 miliardi ciascuna, mentre a Lloyds andrebbero 4 miliardi. Lloyds e Hbos che sono in trattativa per una fusione incoraggiata dal Governo potrebbero trovarsi peraltro costrette a rivedere i termini dell'operazione. Hsbc, la maggiore banca inglese, per ora non ha avuto bisogno di aiuti pubblici, dato che è riuscita a ricorrere al mercato.
La decisione storica potrebbe portare contestualmente alle dimissioni del Ceo di Rbs, Sir Fred Goodwin, che ha presieduto negli ultimi 8 anni a una forsennata politica di acquisizioni - cominciata con NatWest e terminata con Abn Amro - e ora si trova a dover gestire un'indigestione in un momento terribile per il sistema bancario mondiale.
La semi-nazionalizzazione prenderebbe forma tramite l'emissione da parte delle banche di azioni privilegiate che ripagheranno un tasso interesse prestabilito e non comporteranno diritti di voto, anche se non è da escludere che, prima o poi, possano entrare nei cda rappresentanti del Governo se alla fine del processo lo Stato si troverà in mano azioni ordinarie.
L'operazione fa parte di un pacchetto da 500 miliardi di sterline annunciato dal Governo Brown che prevede tra l'altro la disponibilità di 50 miliardi di danaro pubblico per ricapitalizzare le banche. In cambio, chi ricorrerà agli aiuti, si impegnerà per regole più severe di Governance e a una forte riduzione dei dividendi. La Fsa, l'ente regolamentare dei mercati finanziari ha peraltro chiesto agli istituti di credito britannici di procedere al massimo di svalutazioni possibili per dare un quadro quanto più aderente alla realtà dei loro conti in un momento di emergenza come questo.