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Violenza a Roma, diventa decreto il ddl sulle espulsioni

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31 OTTOBRE 2007
Pacchetto sicurezza, il testo dei quattro provvedimenti

«Provvedimenti immediati e forti» del governo contro la violenza nelle strade delle città italiane. Così il premier Romano Prodi al termine di un rapido consiglio dei ministri straordinario, mezz'ora in tutto - tra le 19,40 e le 20,10 - per approvare un decreto che anticipa le norme sulle espulsioni previste da uno dei Ddl che compongono il pacchetto sicurezza.

La decisione improvvisa è stata motivata dall'aggressione da parte di un cittadino romeno, Nicolae Romulus Mailat, 24 anni, che martedì sera, intorno alle 20,30, ha seviziato, percosso e ridotto in fin di vita Giovanna Reggiani, 47 anni, sposata con un ammiraglio della Marina militare. In serata lo stato di coma della donna, ricoverata all'ospedale Sant'Andrea, era giudicato «gravissimo» e la «residua attività elettrico-cerebrale» indicata nell'ultimo bollettino medico non sarebbe stata «indicativa di un miglioramento delle sue condizioni».

«Lo stato di coma, in base alle notizie diffuse - ha spiegato il presidente dell'Associazione anestesisti-rianimatori ospedalieri italiani (AAroi) Vincenzo Carpino - è tra lo stadio 4 e 5; ciò vuol dire che si tratta di un coma con molte probabilità irreversibile». La donna è stata ritrovata in un fosso poco distante la stazione ferroviaria di Tor di Quinto dove è stata aggredita, violentata e seviziata. Inutili i disperati tentativi di difendersi.

Appresa la notizia dell'aggressione «Prodi - secondo fonti di Palazzo Chigi - ha immediatamente chiamato il premier romeno Tariceanu per esprimere il suo dolore». Il presidente del Consiglio ha chiesto azioni coordinate ed immediate nel quadro di una stretta collaborazione tra i due Paesi nella lotta alla criminalità. Prodi ha chiesto a Tariceanu di inviare in Italia una delegazione del suo Paese per concordare i tempi di un piano comune contro la criminalitá per evitare delitti come quelli di oggi compiuti solo da una minoranza della «grande e laboriosa comunità romena». Il premier romeno ha espresso al capo del governo italiano la sua solidarietà e il suo cordoglio per la morte della donna.

Il procuratore aggiunto Italo Ormanni e il pm Maria Bice Barborini hanno chiesto al gip la convalida del fermo del romeno. I magistrati, che procedono per omicidio volontario, hanno disposto l'autopsia della donna nonostante l'incertezza sull'avvenuto decesso. Gli inquirenti fisseranno poi un incidente probatorio per acquisire le dichiarazioni della rumena dell'accampamento rom di via Tor di Quinto (dove l'aggressore è stato fermato) che ha chiamato la polizia dopo aver notato Mailat portare in spalla il corpo della Reggiani ormai priva di sensi.

Nel campo nomadi a tarda sera si tenta di difendere il violentatore: «Non aveva mai fatto una cosa del genere, non ci possiamo credere» hanno dichiarato all'agenzia Ansa alcuni rom in un italiano stentato. In mezzo a loro anche una donna anziana, indicata come la madre dell' arrestato. La donna non parla italiano. I suoi vicini hanno dichiarato che «neanche lei può credere ancora a ciò che le viene raccontato».

Veltroni mette da parte il buonismo, Bondi attacca. Sui fatti è intervenuto con toni insolitamente duri il sindaco di Roma e neo segretario del partito democratico, Walter Veltroni. «Credo che l'Italia debba porre la questione» riguardo ai flussi migratori provenienti dalla Romania «in sede europea: è un problema di natura politica. Ritengo che l'Europa debba chiamare in causa le autorità romene». Veltroni ha poi aggiunto: «Se si sta in Europa bisogna starci a certe regole: la prima non può essere quella di aprire i boccaporti e mandare migliaia di persone da un Paese europeo all'altro». Infine il sindaco e leader del Pd, ha ricordato che «primo dell'ingresso della Romania nell'Unione europea, Roma era la città più sicura del mondo». Un attacco ai romeni? Non esatamente, a sentire Veltroni: «Ci sono tantissimi rumeni che sono persone per bene, ma ci sono anche troppi rumeni che a Roma, come a Milano, Genova, Bologna o Torino, fanno delle cose inaccettabili».

Polemico il vicepresidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli: «Adesso basta l'equivoco va chiarito: o Veltroni si dimette da sindaco di Roma o la smette di fare dichiarazioni rispetto all'etnia rumena che se fatte dalla Lega sarebbero equivalse ad un'accusa di razzismo». Attacco frontale anche da Forza Italia.

«È evidente - ha accusato il coordinatore nazionale degli azzurri, Sandro Bondi - che siamo di fronte all'ennesima trovata propagandistica di un governo incapace di governare e di affrontare le emergenze, come quella della criminalità, che esso stesso ha contribuito ad alimentare trasformando l'Italia nel porto franco dei clandestini, come dimostrano gli ultimi dati sull'immigrazione. Non bastano certo le acrobazie dialettiche di Veltroni, responsabile del degrado di Roma, a nascondere una realtà inoppugnabile: questa sinistra e questo governo non sono in grado di garantire la sicurezza dei cittadini».

E Antonio Tajani, presidente degli eurodeputati azzurri, ha esortato l'Italia ad applicare la «direttiva europea che permette di espellere anche i cittadini comunitari che non dimostrino di essere autonomamente autosufficienti dopo tre mesi di soggiorno».

Sulla stessa linea del sindaco della capitale, invece, il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro: «L'ingresso della Romania in Europa ha portato in Italia una massa di sbandati senza lavoro e senza altre fonti di reddito, alcuni portati a delinquere. Era necessario un decreto governativo per bloccare questo flusso e restituire al mittente tutti i cittadini romeni che non dimostrino di avere un posto di lavoro e una residenza in Italia». (Al.An.)

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