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Amato: «Arrestiamo i boss, non pensiamo ai lavavetri»

di Claudio Tucci

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6 novembre 2007


«Se la mafia leggendo i giornali si era illusa che la nostra preoccupazione principale fossero i lavavetri si era sbagliata, sono loro il nostro primo impegno». Lo ha detto il ministro dell'Interno Giuliano Amato al termine dell'incontro, al Viminale, con il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, il questore di Palermo Giuseppe Caruso, il capo della Polizia Antonio Manganelli e i vertici di Guardia di Finanza e Carabinieri, in seguito agli arresti di ieri di Salvatore Lo Piccolo e di suo figlio Sandro e di oggi sull'operazione dei Ros che ha sgominato una rete di terroristi islamici. I Ros di Milano, in collaborazione con agenti di altri paesi, hanno inflitto un duro colpo a una rete jihadista, costituita in prevalenza da tunisini, che opera a livello europeo, ma è presente anche nel Belpaese con lo scopo di addestrare uomini da inviare nei teatri iracheno e afgano. «Siamo in presenza di una rete terroristica a maglie strette - dice Amato - che non conosce confini: anche noi dobbiamo avere una reazione a rete e abbiamo bisogno di essere sovranazionali esattamente come lo sono loro».

Riferendosi alla cattura del boss Lo Piccolo, Amato ha sottolineato che si è trattato di un'operazione che potrà avere importanti sviluppi per il futuro. Dietro operazioni come questa, infatti, spiega Amato, c'è tanto lavoro, a causa delle coperture che questi personaggi hanno sul territorio e delle enormi risorse di denaro che impiegano per rafforzare le coperture. «Eppure - dice Amato - lo Stato è riuscito ad arrivare a loro». Ora, prosegue il ministro, confidiamo che «la gente siciliana e di Palermo, che troppo spesso in questi anni si è chiesta a chi dovesse rivolgersi per avere certezze sul futuro, riesca ora a rivolgersi allo Stato».

Per il procuratore antimafia Grasso, con l'arresto avvenuto ieri a Palermo dei boss Lo Piccolo, «è stato azzerato il vertice di Cosa Nostra». Dato confermato, sottolinea Grasso, da «un pizzino sequestrato al boss Provenzano, in cui lui stesso diceva che il vertice dell'organizzazione mafiosa era composto da lui stesso, Rotolo e Lo Piccolo». A questo punto, quindi, commenta Grasso, «per noi la commissione provinciale di Casa Nostra, cioè il vertice organizzativo della struttura, è azzerata». Grasso ha sottolineato che ora si tratta di un'organizzazione destrutturata, che difficilmente si può muovere, evidenziando come «questo sia il momento migliore per continuare, come stiamo facendo». Il procuratore antimafia invita poi gli organismi sociali in attività in Sicilia a cogliere l'occasione per rialzare la testa, sottolineando come la cattura dei boss Lo Piccolo «diminuirà la pressione economica sul territorio da parte del racket e mi auguro quindi che ci siano risposte».

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