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Le aziende: a Bucarest si lavora bene, attenti ai contraccolpi politici

di Claudio Pasqualetto

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Martedí 06 Novembre 2007


La "bufera", secondo gli imprenditori italiani che lavorano in Romania, è più mediatica che reale ma indubbiamente preoccupa, e non poco. Oggi il ministro per lo Sviluppo economico Pierluigi Bersani sarà in Romania per una missione organizzata da tempo, ma ha il preciso mandato da Prodi di cercare di risolvere ogni incomprensione fra i due Paesi in tema di flussi di cittadini e di sicurezza. Domani sarà il primo ministro romeno Calin Popescu Tariceanu ad arrivare in Italia per una visita, questa sì, decisa con urgenza proprio per evitare che talune incomprensioni di questi giorni possano in qualche modo degenerare. Prodi ha continuato anche ieri a ripetere che «la Romania è un Paese amico e i romeni sono un popolo con il quale lavoriamo bene insieme».

Popescu Tariceanu, dal canto suo, ha avuto un lungo incontro con Marco Tempestini, presidente di Unimpresa Romania, il "braccio" di Confindustria che opera in sede locale. Obiettivo prioritario del premier romeno sembra essere da un lato evitare che, per colpa di pochi, venga criminalizzato un intero popolo, ma dall'altro anche fare in modo che non corrano rischi né gli investimenti, particolarmente rilevanti, degli italiani nel suo Paese, e nemmeno le centinaia di migliaia di romeni che sono in Italia per lavorare. «L'incontro è stato positivo ed importante – dice Tempestini – abbiamo avuto conferme ed assicurazioni perché una cosa deve essere chiara per tutti: non è possibile che un qualcosa di emozionale getti al vento anni di lavoro e di investimenti che ci hanno portati ad avere un rapporto privilegiato con la Romania. Popescu Tariceanu ci ha annunciato una serie di misure urgenti che comprendono tra l'altro l'invio in Italia di funzionari di polizia con un addestramento speciale».

Tempestini è diretto nelle sue considerazioni: «La situazione politica italiana la conosciamo tutti – afferma – ma anche la Romania si appresta ad una lunga tornata elettorale che in pochi mesi prevede europee, amministrative e forse anche una consultazione politica. È chiaro che potrebbe esserci una qualche tentazione di cavalcare un momento non facile per scopi politici ma è proprio questo che dobbiamo evitare in ogni maniera». Il perché si legge nel lavoro quotidiano delle migliaia di aziende a capitale italiano impegnate in Romania, aziende che oggi, ricorda il presidente di Unimpresa Romania, non sono più quelle della prima delocalizzazione, sono imprese solide, che hanno internazionalizzato, che stanno puntando su un mercato locale in forte espansione ma anche su una posizione strategica.

Tempestini sottolinea anche il forte orgoglio del popolo romeno, un orgoglio ferito in questi giorni in maniera evidente. «Proprio a quell'orgoglio bisogna fare attenzione – aggiunge Luca Serena, oggi presidente di Euroholding, gruppo che spazia del tessile all'immobiliare, ed in passato presidente di Fundatia, il primo organismo che ha raccolto le imprese italiane – probabilmente molti nostri politici o commentatori non sanno che in Romania si ricevono tutte le tv italiane e certi talk show o certe trasmissioni provocano danni tutt'altro che trascurabili».

«Il clima è teso ma questo non vuol dire che si sia guastato qualcosa – afferma Serena – molte cose sono cambiate da quando sono arrivati qui i primi imprenditori italiani, si sono fatti grandi passi avanti nella produttività e parallelamente è cresciuto il costo del lavoro che però rimane sempre sicuramente competitivo. Il problema è che, nei rapporti reciproci, sia Italia che Romania non hanno prestato grande attenzione alla questione dei flussi.
Oggi quasi il 10% dei romeni lavora all'estero, molti sono in Italia, ma nessuno ha badato a regolamentare in maniera adeguata lo scambio. Si tende a fare di ogni erba un fascio, a confondere i Rom con i Romeni e questo è un fatto molto grave».

«A Sibiu abbiamo inaugurato due giorni fa una nostra nuova filiale con un concerto dei Solisti veneti – ricorda Franco Antiga, presidente della Banca Italo Romena del gruppo Veneto Banca – ed è stato un momento di grande amicizia fra i due Paesi. Certo c'è un problema aperto, lo sappiamo tutti, ma bisogna avere il coraggio di chiuderlo subito senza equivoci ed incertezze per evitare ripercussioni che oggi non si vedono ma alla lunga potrebbero essere particolarmente pesanti».

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