Immediate le reazioni del mondo politico e istituzionale italiano alla morte di Enzo Biagi. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dà voce al cordiglio nazionale in un messaggio inviato ai familiari in cui ricorda il giornalista scomparso come «una grande voce di libertà». «Egli ha rappresentato uno straordinario punto di riferimento ideale e morale nel complesso mondo del giornalismo e della televisione, presidiandone e garantendone l'autonomia e il pluralismo. Il suo profondo attaccamento - sempre orgogliosamente rivendicato - alla tradizione dell'antifascismo e della Resistenza lo aveva condotto a schierarsi in ogni momento in difesa dei principi e dei valori della Costituzione repubblicana. L'amore per l'Italia e la conoscenza della storia nazionale avevano ispirato la sua opera di scrittore e le sue indagini nel vivo della realtà italiana». «A Enzo Biagi - scrive Napolitano - uomo di genuina ispirazione socialista e cristiana rendo riconoscente omaggio a nome del Paese, esprimendo con commosso ricordo personale la più affettuosa vicinanza e solidarietà ai suoi familiari in questo momento di dolore e di rimpianto».
In avvio dei lavori del Senato tutti i gruppi parlamentari hano preso la parola per un breve ricordo della sua figura, così come il Governo, rappresentato in Aula dal ministro degli Affari regionali, Linda Lanzillotta e la presidenza, per voce del vicepresidente Milziade Caprili. Biagi, ha sottolineato la Lanzillotta «ci ha aiutato a comprendere con semplicità vicende politiche della storia dell'Italia e soprattutto avendo la capacità di trasmettere ai giovani il valore della nostra storia». Anche il presidente del Consiglio, Romano Prodi, con un telegramma inviato ai familiari del giornalista, ne ha ricordato la tempra professionale e l'importanza nell'opera di salvaguardia della libertà di informazione. «Un uomo coerente, di profondo senso civico, che non ha mai rinunciato all'autonomia e indipendenza dell'informazione», lo definisce il vicepremier Massimo D'Alema.
Il segretario del Pd Walter Veltroni ricorda, di Biagi, la voglia di libertà, la passione e il rigore nel raccontare la storia e i personaggi del nostro tempo recente. «Chi ha avuto la fortuna di conoscere personalmente Enzo Biagi lo ricorderà, per sempre, come un uomo libero e curioso, di grande equilibrio, esempio positivo di un modo di intendere la professione giornalistica al servizio della conoscenza e del Paese». Enzo Biagi «è stato un grande opinion leader dei nostri tempi, interprete di un giornalismo libero e proprio per questo scomodo. Anche chi non lo ha amato deve oggi apprezzarlo e rendergli omaggio, come si deve a un grande che esce di scena», ricorda Pier Ferdinando Casini.
«È stato un esempio civile per tutti gli italiani», afferma il ministro delle comunicazioni Paolo Gentiloni, esprimendo il suo cordoglio per la scomparsa del grande giornalista. «Nei decenni della sua straordinaria carriera - ricorda Gentiloni - Biagi ha raccontato le vicende della grande storia e la vita della gente comune, difendendo sempre l'indipendenza del lavoro giornalistico». Biagi «amava i giornali e amava la Rai. Per questo aveva particolarmente sofferto la vergognosa cacciata dal servizio pubblico e aveva accolto con entusiasmo e passione la possibilità di tornare in Rai negli ultimi anni».
«Enzo Biagi era straordinario, ma mentre per la carta stampata ci sono altri, pochi, pochissimi, chepossono essere paragonati a Biagi, credo che per la televisione non ci sia nessuno come lui», commenta con rimpianto Claudio Petruccioli, presidente della Rai della cui storia il grande giornalista ha scritto pagine memorabili.
