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Fini attacca Berlusconi: «E' alle comiche finali»

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10 dicembre 2007

«Spero che sia per tutti chiaro che, almeno per me, non esiste alcuna possibilità che Alleanza nazionale si sciolga e confluisca nel nuovo partito di Berlusconi, del quale non si capiscono valori, programmi, classe dirigente. Non ci interessa la prospettiva di entrare in un indistinto partito delle libertà». Gianfranco Fini sottolinea di avere usato «parole volutamente chiare» per chiudere la porta in faccia a Berlusconi, che lo invita ad entrare nella sua nuova creatura politica. «Non per ammutinamento, non per lesa maestà lo avevo invitato sul Corriere e su Repubblica a dialogare sulla legge elettorale a riconoscere gli errori di noi tutti, e fare un salto in avanti e non cambierei un solo aggettivo, una sola parola di quelle interviste che non erano sbagliate, ma soltanto da fare prima». «Lui che adesso accetta di discutere sulla legge elettorale, ci ha risposto senza rispetto - va avanti Fini - e quasi sfidando il ridicolo ci ha detto 'ho fondato il Pdl, scioglietevi, bussate, venite e vi sarà aperto...' comportarsi in questo modo non ha a che fare con il teatrino della politica, significa essere alle comiche finale». Ai problemi che Alleanza nazionale poneva, per Gianfranco Fini, Silvio Berlusconi ha risposto «senza rispetto». «È stato solo capace di dire 'Ma dove vanno senza di me, loro hanno il progetto io ho i voti, la Cdl era un ectoplasma, per gli egoismi degli alleati stare a palazzo Chigi per me è stato un calvariò. Beh, non ho mai visto tanta gioia nel portare la croce...». Alleanza nazionale non accetta di apparire come «il partito che ha archiviato la stagione dell'unità». «Noi aspettiamo da Berlusconi risposte - afferma ancora oggi Fini - e speriamo davvero che risponda invece che lanciare anatemi o peggio intimidire gli alleati. Ma deve essergli chiaro che l'unità nel centrodestra deve necessariamente comportare la difesa del bipolarismo, altrimenti non si archivia solo il
centrodestra ma anche quel valore dell'unità che si dice di voler difendere». È Berlusconi, continua Fini, che «si assume la responsabilità di mandare a pezzi la Cdl e soprattutto di dividere il popolo di centrodestra a cui noi continuiamo a credere oggi. Perché io condivido quando lui dice che dobbiamo restare uniti, ma come intende garantirla questa unità? Come si fa ad essere uniti quando si propone un'annessione al Pdl, quando si dice di considerare chiusa la stagione del bipolarismo, quando si annunciano mani libere e assenza di vincoli di coalizione, di programmi comuni, di indicazione del premier». «A Berlusconi - conclude Fini - ricordo il tempo in cui diceva che il maggioritario è una religione laica. A lui ricordo che l'unità si fonda su valori, programmi, strategie e che la legge elettorale è un argomento privilegiato di confronto e lui, se penso all'unità del centrodestra non può prospettare una legge che porta ad un sistema bipartitico».

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