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Assenteismo in Parlamento, guarda la classifica

di Antonello Cherchi e Luciano Fassari

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14 Gennaio 2008
La graduatoria interattiva

Assenze contenute sui banchi di Palazzo Madama. Durante le 1.693 votazioni tenute nei primi 20 mesi della legislatura i senatori possono vantare una presenza pari all'85 per cento. Un primato. Più indietro i loro colleghi di Montecitorio, che con quasi il 73% di presenze si rivelano decisamente più assenteisti. Anche se bisogna rilevare che le votazioni alla Camera sono state 4.693, quasi il triplo rispetto a quelle del Senato.
Non c'è dubbio. A Palazzo Madama una situazione sempre sul filo dei voti non permette defezioni. Anche la singola preferenza – e lo si è visto in più di un'occasione – può fare la differenza. Può approvare o affossare un disegno di legge e con esso l'intera compagine di Governo. Ranghi, dunque, necessariamente compatti. Non solo quelli della maggioranza. Anche l'opposizione ha, ovviamente, tutto l'interesse a non disertare le sedute.
Per quanto il confronto sia decisamente a favore dei parlamentari al Governo. Infatti, nella classifica dei primi dieci onorevoli più presenti si incontrano, tanto alla Camera che al Senato, solo esponenti del centro-sinistra.
Le parti si invertono, invece, quando si prende in considerazione l'elenco dei dieci parlamentari più assenti. Se a Montecitorio la situazione è di parità, al Senato gli assenteisti più incalliti sono tutti di centro-destra. Anche Sergio De Gregorio, presidente della commissione Difesa e indicato come esponente di Italia dei valori (si deve, infatti, tener conto che le appartenenze ai gruppi sono quelle indicate al momento dell'elezione e anche per questo figurano ancora i democratici di sinistra e la Margherita e non le diverse "anime" nate con il Partito democratico) è nel frattempo transitato a destra.


Le rilevazioni
Camera e Senato hanno metodi diversi nel rilevare i dati. A Montecitorio, per esempio, nel computo delle assenze sono inseriti anche i giorni di malattia, mentre a Palazzo Madama le defezioni per motivi di salute sono indicate sotto la voce "congedi".
Ci sono, poi, da tener in conto le situazioni – e questo vale tanto per la Camera che per il Senato – dei parlamentari che hanno incarichi istituzionali: è il caso dei vicepresidenti di entrambi i rami, dei questori, dei presidenti di commissione. In alcuni casi, le assenze di tali figure sono giustificate dal ruolo istituzionale, anche se non è possibile evincere ciò dalle rilevazioni. Una precisazione meritano anche i segretari di partito, il cui doppio impegno può causare numerose defezioni, comprensibili ma, non per questo, altrettanto giustificabili come nel caso degli incarichi istituzionali.


La classifica
Scorrendo la classifica dei deputati più assenti non deve, perciò, sorprendere la presenza in vetta di alcuni leader. È il caso di Silvio Berlusconi, primo tra i meno presenti della Camera, con una percentuale di assenze del 98,5%, o di Franco Giordano, segretario di Rifondazione comunista, quarto con il 90,18% di assenze.
Stesso discorso vale per Piero Fassino, segretario dei Ds fino alla nascita del Partito democratico lo scorso 14 ottobre e ora Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell'Unione europea. Tra i meno presenti di Montecitorio con incarichi politici c'è anche il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi e il segretario dello Sdi, Enrico Boselli.
Anche fra i super-assenti al Senato – in cui, in ogni caso, gli indici di defezione sono bassi – nelle prime posizioni si deve segnalare il doppio status di Domenico Nania (An), che ricopre il ruolo di presidente della Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari, e così di Mario Baccini (Udc), vicepresidente di Palazzo Madama.
E gli stakanovisti? Il più presente alla Camera è il deputato dell'Ulivo Massimo Zunino, che ha saltato appena 2 votazioni, con il 99,96% di presenze. Zunino è però in buona compagnia, visto che lo scarto tra i primi dieci in classifica non raggiunge i due punti percentuali. Il più costante di Palazzo Madama è stato, invece, Salvatore Ladu (Margherita), con il 99,7% di presenze. Anche al Senato, però, la forbice tra i primi dieci è molto bassa: non raggiunge nemmeno l'1 per cento.

I gruppi
Alla Camera il partito con la media di presenze più alta è il Prc con l'80,7%, seguito dai comunisti italiani (77 per cento). A ruota segue il primo partito di centro-destra: nonostante il proprio leader, Forza Italia registra una percentuale di presenze del 75,1 per cento.
A Palazzo Madama, il primato va ai senatori di Insieme per l'Unione, con una media del 96,5%, seguiti dagli ex Ds e Margherita, che si attestano al 95,5 per cento. Per trovare il primo partito di centro-destra bisogna andare alla quarta posizione: è sempre Forza Italia, con 79,8% di partecipazioni alle votazioni.

Hanno collaborato
Giuseppe Latour e Marta Paris

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