«Credo che sarebbero milioni gli italiani che si riverserebbero a Roma se non si facessero presto le elezioni». Ne è convinto Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, che ha ribadito la necessità di recarsi alle urne al più presto, escludendo la possibilità di un governo tecnico, e senza cambiare la legge elettorale: «La legge elettorale non può essere cambiata - ha affermato domenica, rispondendo ad una domanda sull'argomento posta, al telefono, dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, in conclusione di un convegno a Riva del Garda - verrebbero fuori così tante richieste di modifica che potrebbero allungarsi i tempi». Inoltre - aggiunge Berlusconi - arriverebbero i tempi del referendum e per le elezioni si finirebbe probabilmente all'autunno. Tra le modifiche che sicuramente verranno richieste, oltre al passaggio tra premio di maggioranza da Senato a livello nazionale, c'è l'elevazione del tetto di sbarramento. Ed è proprio per scongiurare i previsti tempi lunghi per l'approvazione della legge elettorale «per la necessità degli elettori di scegliere i candidati - spiega Berlusconi - lo faremo al nostro interno. Dobbiamo fare delle consultazioni, specie di referendum, affinché siano localmente i nostri iscritti a proporre i nomi dei candidati».
Martedì l'incontro con Napolitano. Il leader di Forza Italia ribadirà la sua posizione anche al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, quando martedì salirà al Quirinale per le consultazioni: «Credo - ha spiegato - che sapremo rappresentare al presidente Napolitano questa situazione. Anche la sinistra dovrà convincersi. Tra l'altro, fino all'altro giorno diceva che dopo Prodi si doveva andare alle elezioni. Ora, per convenienza, stanno cambiando parere ma credo non ci siano alternative».
Il dialogo con la sinistra e il Popolo delle Libertà. Anche se l'obiettivo è quello delle elezioni, e non di un governo istituzionale, Berlusconi ha lanciato un messaggio alla sinistra. Con Veltroni, sulla legge elettorale, aveva aperto un dialogo che potrebbe anche continuare: «Se all'interno di questa sinistra ci fossero persone di buona volontà che volessero dividere con noi certe responsabilità per delle riforme, magari poco popolari, non saremo certo noi a dire di no».
E per quanto riguarda la coalizione di centro-destra, Berlusconi ha voluto assicurare gli alleati, soprattutto quelli dei partiti più piccoli («Noi daremo supporto e sostegno ai nostri alleati, daremo loro visibilità, ma poi con i loro voti dovranno eleggere i loro rappresentanti»), ma nello stesso tempo ha assicurato che il progetto del "Popolo delle Libertà" è ancora vivo e va avanti.
Berlusconi ha spiegato di puntare a «un unico grande grande movimento che tenga insieme tutti gli italiani che non si riconoscono con la sinistra. Adesso decideremo come andiamo alle elezioni, ma dato che dovremmo andarci con questa legge elettorale, non escludo che possa esserci un simbolo che unisca il nome Forza Italia al nome del Popolo delle libertà. Lo decideremo insieme».
