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Chiuso inceneritore di Terni.
Produceva veleni killer

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15 gennaio 2007

L' inceneritore municipale di Terni è stato posto sotto sequestro dalla magistratura che ha anche inviato informazioni di garanzia al sindaco della città, Paolo Raffaelli, ai componenti del consiglio di amministrazione dell'Asm, la società che lo gestisce, e ad alcuni tecnici, in tutto nove persone.
Ne ha dato notizia un comunicato del Comune, nel quale è detto che le informazioni di garanzia emesse nell'ambito di un'inchiesta condotta da tempo dal sostituto procuratore Elisabetta Massini riguardano 13 reati ambientali connessi al funzionamento dell'inceneritore.
«Il sindaco - è detto nel cominicato del Comune - ha deciso di convocare urgentemente la giunta comunale per un esame della situazione. In pari tempo il presidente dell'Asm, Giacomo Porrazzini, ha informato il sindaco di un provvedimento di sequestro dell'inceneritore, della stazione di trasferenza e degli impianti connessi, che di fatto paralizza il sistema di trattamento e di smaltimento dei rifiuti della città di Terni. Di ciò - continua il comunicato - il sindaco ha dato immediata comunicazione al prefetto, Sabatino Marchione, per una comune valutazione degli effetti in materia di sicurezza e qualità urbana che quest'ultimo provvedimento potrebbe avere sulla città». L'inceneritore è stato costruito nel 1975 dal Comune di Terni che si trova nella zona di Maratta Bassa, a ridosso del fiume Nera e della zona industriale di Sabbione era fermo dal dicembre scorso per lavori di manutenzione.. Dopo un breve periodo di funzionamento, ha subito - si legge sul sito dell'Asm - un lungo e sostanziale processo di ristrutturazione che ha adeguato l'impianto alle nuove normative trasformandolo in termovalorizzatore di rifiuti con produzione di energia elettrica ed entrato in servizio il 12 marzo 1998.
L'impianto è strutturato in due linee ed è in grado di termodistruggere ogni giorno 150 tonnellate di frazione secca da rifiuti. Ciascuna è tra l'altro dotata di un post combustore, in grado di funzionare ad una temperatura superiore a 950 gradi.
Il sistema, tramite una caldaia a recupero, può fornire sette tonnellate-ora di vapore (cinque magawatt) ad una turbina del tipo a condensazione multistadio che, accoppiata ad un alternatore, ha una potenza nominale di 2 mila 800 chilowatt.
Uno dei principali obiettivi dei vari interventi di miglioramento operati - è detto ancora sul sito Internet - è stata la riduzione degli inquinanti nei fumi prodotti dall'impianto, «ottenuta grazie ad avanzati sistemi di riduzione delle emissioni».
Nella stazione di trasferenza e gli impianti connessi vengono invece selezionati circa 24 mila tonnellate l'anno di rifiuti.

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