Il ministro delle Infrastrutture Antonio di Pietro chiede al premier di sospendere dalla carica di presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro. «Come ministro della Repubblica, e soprattutto come cittadino, sono sconcertato dalla reazione che ha caratterizzato il comportamento del Presidente della Regione Sicilia rispetto alla sentenza che lo ha condannato e che, a chiunque abbia dignità e rispetto verso le istituzioni, avrebbe dovuto suggerire soltanto di prendere la decisione di dimettersi». Nella lettera di 3 pagine al premier Di Pietro scrive che il Governo non può rimanere inerte rispetto alla vicenda e ritiene indispensabile «l'adozione di misure concrete, in conformità a quanto previsto dall'ordinamento, volte ad assicurare il primato della legge e il pieno rispetto del principio di legalità, restituendo, in tal modo, credibilità ed autorevolezza alle istituzioni dello Stato».
Per Di Pietro la sospensione di Cuffaro è necessaria per saldare il debito morale con le vittime della mafia e i loro congiunti. «Non è possibile tollerare - scrive Di Pietro - per un solo giorno ancora un'ombra così inquietante su istituzioni talmente prestigiose». La lettera è stata resa nota in modo inusuale, pubblicata sul blog di Di Pietro e su quello di Beppe Grillo.
«Mai come in questa vicenda - scrive Di Pietro - l'esigenza di fare, e far presto, costituisce la doverosa forma di adempimento della legge che deve distinguere una classe dirigente degna di questo appellativo da una solo ipocrita e meschina. Sono convinto che non sei sordo a queste esigenze, e in maniera condivisa sapremo esprimerne la risposta più convinta e degna del rispetto che si deve a chi ha preferito sacrificarsi alla mafia, più che rivelarle segreti d'ufficio». (N.Co.)