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Rifiuti, le Regioni del «sì» e quelle del «no»

di Giovanna Faggionato

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15 gennaio 2008
In Campania il 35% dei traffici illegali
Dossier rifiuti Legambiente

L'Italia è tutta qui. Le proteste per i rifiuti punteggiano la penisola, ma più il tempo passa più cresce il numero delle Regioni disposte ad offrire solidarietà alla Campania.

Le Regioni del sì...

Puglia. Sarà l'intero «sistema Puglia» ad accogliere, in quantità limitata e per un tempo limitato ai120 giorni stabiliti dal Governo, una parte dei rifiuti provenienti dalla Campania. Questo il piano del governatore Nicki Vendola che non ha però parlato di numeri, lasciando nel vago sia i siti prescelti che il quantitativo di rifiuti che dovranno accogliere gli impianti pugliesi. La Puglia potrà accettare «alcune decine di migliaia di tonnellate di rifiuti» ha detto il governatore.

Abruzzo. L'accordo firmato dal «supercommissario» Gianni De Gennaro, Regione Abruzzo e Consorzio di smaltimento rifiuti di Cerratina prevede che nella discarica vicino Lanciano siano scaricate 120 tonnellate di rifiuti campani al giorno, la capienza di circa 4 tir. Per pagare lo smaltimento lo Stato (via Regione Campania) girerà al Consorzio 375mila euro. La Regione Abruzzo si è impegnata a ricevere 15 mila tonnellate di rifiuti, guadagnandosi il primo posto nella classifica della solidarietà. Il sindaco di Lanciano chiede però di rivedere l'accordo portando a 5mila tonnellate la quota di rifiuti da smaltire nel suo comune.


Sardegna. La Sardegna si è impegnata a smaltire circa 6mila tonnellate di rifiuti campani, un quantitativo pari allo 0,3% della capacità delle discariche sarde. Dopo l'arrivo delle prime navi l'assessorato regionale della Difesa dell'Ambiente ha inviato una richiesta al commissario straordinario, Gianni De Gennaro, chiedendo che i prossimi carichi destinati alla Sardegna siano costituiti da ecoballe, cioè da rifiuti già trattati.

Lazio. «Il Lazio ha disdetto da poco i contratti per smaltire immondizia da altre Regioni ed è quindi pronto ad accogliere circa 5mila tonnellate di rifiuti di provenienza campana» ha spiegato il presidente Piero Marrazzo, che non ha però ancora indicato con precisione i siti prescelti per far fronte all'emergenza.

Emilia-Romagna.
L'Emilia-Romagna farà la propria parte. E «senza mettere il nostro sistema in nessuna condizione di criticità perché «si verificherà la qualità dei rifiuti che arriveranno», ha spiegato più volte il presidente della Regione Errani. Delle 5mila tonnellate destinate all'Emilia-Romagna, pari allo 0,2% della produzione di rifiuti del sistema regionale, 3mila saranno smaltite nella discarica di Imola e 2mila a Modena.

Lombardia.
Il governatore della Lombardia dopo un no dal sapore tutto politico, ha dichiarato che la Lombardia è disponibile ad accogliere ben 5 mila tonnellate. Non si sa quanto, su questo possibile dietrofront, abbiano pesato i ripetuti appelli a una maggiore responsabilità lanciati dal premier Romano Prodi, fatto sta che di fronte all'emergenza la Lombardia è pronta a tendere una mano alla Campania, ma solo a precise condizioni. Più che altro perché i 25 impianti lombardi sono tutti tecnologicamente molto avanzati, e perciò in grado di smaltire ecoballe di materiale differenziato già trattato sul luogo di origine.

Toscana. La Regione Toscana ha approvato con una delibera regionale lo smaltimento sul suo territorio di 4mila tonnellate di rifiuti made in Campania. Di queste 1.300 saranno smaltite ad Arezzo.Il presidente Martini ha sollecitato il Governo perché venga immediatamente istituito un tavolo Governo-Regioni sulla riduzione dei rifiuti. «Dalla Campania - ha sottolineato - deve venir fuori proprio questo».

Molise. Dal Molise il governatore Iorio si è detto favorevole ad accogliere 3mila tonnellate dopo la decisione di De Gennaro di bloccare la discarica di Colle Alto, che era stata al centro delle proteste nei giorni scorsi.

Marche.
Le Marche hanno accettato di accollarsi lo smaltimento di 2.600 tonnellate di rifiuti. Mille metri cubi sono destinati alla provincia di Ancona, 750 alla provincia di Ascoli Piceno, 750 a quella di Pesaro Urbino e 100 metri cubi alla provincia di Macerata.

Sicilia.
Il presidente della Sicilia Salvatore Cuffaro dopo il contestato arrivo delle 1.500 tonnellate concordate, ha detto stop agli sbarchi dell'immondizia di Napoli. «Ci è stato chiesto di smaltire una quota di 1.500 tonnellate - ha spiegato Cuffaro - noi lo abbiamo fatto, per un senso di collaborazione e di responsabilità, ma nessun altro arrivo è stato concordato»

...quelle del forse...
Liguria. La Regione Liguria aveva detto no, ma l'assessore regionale all'Ambiente, Franco Zunino, ci ha ripensato. «Il nostro no non era politico, ma motivato dalla consapevolezza che la discarica di Scarpino non può accogliere rifiuti aggiuntivi» ha spiegato Zunino che ha capitolato dopo la pressione crescente del Governo. L'assessore ha quindi acconsentito ad una risposta almeno simbolica alle richieste dell'esecutivo, che potrebbe corrispondere alla ricezione di mille tonnellate di rifiuti.

Piemonte.
La situazione resta controversa e i fronti confusi. Nei giorni scorsi si sono schierati per il sì la presidente Mercedes Bresso, l'assessore regionale all'ambiente Nicola De Ruggiero e il sindaco di Torino Chiamparino. Contrari ad accogliere i rifuti campani restano gli esponenti di centro-destra, ma anche il democratico ribelle Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino, mentre il Pd piemontese ha detto di condividere le preoccupazioni di quest'ultimo senza sposarne le conclusioni. La questione dunque è tuttora irrisolta, a prendere una decisione è chiamato il consiglio regionale.

... e quelle del no.

Basilicata. Un no netto l'ha ribadito la Regione Basilicata. L'assessore all'ambiente Vincenzo Santochirico è intervenuto precisando che la Regione è pronta «ad intervenire con mezzi tecnici ed uomini per esprimere solidarietà alla Campania, ma non siamo in grado di importare i rifiuti poiché il sistema lucano, per la sua conformazione, è un sistema che è disegnato per rispondere al fabbisogno della Basilicata».

Veneto.
Il governatore del Veneto, Giancarlo Galan, si è sempre schierato per il no. Si potrebbe fare anche un gesto simbolico, ha detto Galan, «accogliendo 5mila tonnellate di rifiuti: che non significano nulla, la raccolta di una giornata». Secondo Galan, se si continuasse su questa strada però «il sistema andrebbe in tilt», perché fondato sulla raccolta differenziata. «Il Veneto - ha precisato Galan - fa una raccolta differenziata al 49%. Vuol dire che nelle discariche devono arrivare materiali trattati. Non roba a caso. Interrompere per una o due settimane questo meccanismo vuol dire bloccare tutto».

Umbria.
«Oggi l'Umbria non è in condizione di ricevere rifiuti da altre regioni. Oltretutto è in atto ancora un contenzioso sia economico che giudiziario in relazione a quanto fatto dalla Regione nella precedente, analoga, crisi».Queste le parole con cui l'assessore regionale Lamberto Bottini ha spiegato la posizione della giunta dell'Umbria a proposito dell'emergenza.

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