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N'drangheta: l'atto di accusa dell'Antimafia contro la politica

di Marco Ludovico

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20 febbraio 2008
I segreti della ‘ndrangheta nella relazione dell'Antimafia
Documento
La relazione della commissione Antimafia

Per la prima volta nella storia della commissione parlamentare Antimafia, la relazione finale è destinata alla 'ndrangheta. Perché senza dubbio la criminalità organizzata calabrese ora batte di gran lunga Cosa Nostra e Camorra: per potenza economica, militare e politica. Se la Calabria oggi ha ampie zone "sottratte alla democrazia e alla legalità", come dice il presidente Francesco Forgione, è a causa di un sistema criminale temuto e rispettato anche nello scenario mondiale. Tanto da non poter sapere né se, né quando potrà essere sconfitto, o perlomeno ridimensionato.
Ma la relazione dell'Antimafia è anche un prepotente atto di accusa sulle responsabilità delle istituzioni che - dalla complicità alla connivenza, dall'ignavia fino all'incapacità manifesta - sono responsabili di uno scenario legibus solutus, dove vige la legge del più forte e del più furbo. Istituzioni implicate a tutti i livelli: enti locali, come la Regione o i Comuni, sciolti a ripetizione ma invano per inquinamento mafioso; Governo centrale, "che ha lasciato la Calabria agli ultimi posti" sottolinea Forgione; magistrati, alcuni, coinvolti nelle trame criminali.
Intanto "la ‘ndrangheta, con le sue ricchezze e la sua capacità economica, riesce a soddisfare i bisogni della gente quando questi non trovano nella politica la possibilità di ricevere risposte pubbliche" dice la relazione. Il lavoro riconosciuto dei giudici e delle forze di Polizia è dunque un successo parziale per lo Stato mentre "quando i partiti e la politica arrivano, lo fanno sempre dopo la magistratura e intervengono spesso solo per autotutelare un sistema che non riescono e non vogliono mettere in discussione".
Nel documento, insomma, ci sono due imputati per il reato di omicidio della legalità: il sistema delle ‘ndrine, esecutore; la politica, mandante. "In intere aree della regione interessi e voti sono alimentati e gestiti sul mercato della politica dalle famiglie della ‘ndrangheta".
La Calabria, per tanti aspetti, sembra uno specchio quasi fedele dell'Italia. E Forgione si appella alla politica, alla vigilia delle elezioni, per adottare il codice approvato all'unanimità dall'Antimafia nell'aprile 2007, che invita i partiti a escludere dalle liste i candidati inquisiti per reati di mafia, estorsione, usura, riciclaggio e traffico illecito di rifiuti. Chissà se l'appello sarà ascoltato.

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