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La scelta dell'Udc apre la strada al polo centrista

di M. Cacciotto*

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16 febbraio 2008


L'annuncio di Casini pone fine alla "telenovela" delle alleanze: alle prossime elezioni ci saranno quattro poli principali. Si tratta di una situazione che ricorda il 1994 quando Berlusconi si presentò con due distinte alleanze: con la Lega al Nord e con Alleanza Nazionale al Centro Sud, mentre Popolari e Patto Segni si presentarono come terza alleanza. L'unica differenza è costituita dalla divisione nel campo "progressista" in Partito Democratico e Sinistra Arcobaleno.
Non è un caso che Berlusconi stia "corteggiando" Lombardo e il suo Movimento per l'Autonomia che potrebbe rappresentare il contraltare della Lega al Sud.
Esclusa la Sinistra Arcobaleno, già ben delineata e che non ha margini ulteriori di espansione nella composizione delle alleanze, l'attenzione sarà nei prossimi giorni tutta sulle altre aggregazioni e, in particolare, sul possibile polo centrista di Casini.
La Rosa Bianca e l'Udeur di Mastella hanno il potenziale per contribuire a portare in doppia cifra un'alleanza centrista guidata da Casini e rendere ancora più probabile il superamento della soglia di sbarramento in alcune aree territoriali al Senato.
Per Mastella si tratterebbe, in fondo, di anticipare di un anno quell'alleanza centrista con Casini ed altri esponenti cattolici che aveva più volte annunciato come obiettivo per le elezioni europee del 2009.
La dichiarazione del leader dell'Udeur "Vogliamo andare con quelli che vogliono andare al centro dove c'è un'area enorme, anche perché la partita non è vinta e i sondaggi valgono quel che valgono: per esempio basta che al Senato in Campania ci si metta di traverso e la vittoria del centrodestra non è certa", ha un suo fondamento poichè le intenzioni di voto registrano un'area considerevole di indecisi proprio tra gli elettori cattolici e centristi.
Nelle due ultime elezioni politiche il Sud è stato l'unica area del Paese ad avere una forte mobilità elettorale che ha portato nel 2001 alla vittoria di Berlusconi e nel 2006 alla vittoria di Prodi.
Le ragioni della maggiore mobilità del voto nel Mezzogiorno sono diverse e riconducibili, da un lato, alla crescita di significative aree di voto d'opinione e, dall'altro, ad una maggiore propensione al voto ad personam e di "grandi elettori". Il voto ad personam è legato ad una fedeltà di voto rivolta a specifici leader locali più che al soggetto politico in sé, mentre i "grandi elettori", sono portatori di pacchetti di voti di ampie dimensioni che, di volta in volta, possono essere indirizzati verso differenti partiti e candidati.
In questo scenario le scelte di esponenti politici come Mastella che nel 2006 ha ottenuto ben 159.000 voti nella regione Campania, o di Lombardo in Sicilia, possono modificare l'esito elettorale al Senato o permettere a singole liste di raggiungere la soglia di sbarramento.
Per Mastella la scelta di allearsi è obbligata se vuole ottenere rappresentanza in parlamento (da solo non supererebbe la soglia minima né alla Camera, né al Senato), per un'alleanza di centro potrebbe rappresentare un valore aggiunto.
* Consulente e analista politico, docente di di "Marketing politico" presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Milano e di Firenze

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