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Bertinotti presenta la Sinistra arcobaleno: dal simbolo scompare la falce e il martello

di Nicoletta Cottone

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13 febbraio 2008

Nel simbolo della Sinistra Arcobaleno scompare la falce e il martello, ma «non va via. Ognuno la porta con sé. Questo però è un simbolo elettorale che rappresenta diverse realtà». Risponde così Fausto Bertinotti, leader in pectore della Sinistra Arcobaleno, arrivando in piazza di Pietra a Roma, alla presentazione ufficiale del nuovo simbolo della sinistra che unisce Prc, Pdci, Sd e Verdi: un arcobaleno con i sette colori dal rosso al violetto. «Siamo presenti a pari titolo e dignità - precisa Bertinotti - è chi come me viene dalla tradizione della falce e martello non deve sentirsi deprivato della sua storia perchè, quando si parte da una storia si ci arricchisce facendo un'operazione di sinistra e cioè provare a cambiare la società».

Per Bertinotti «serve una sinistra unita e radicata nel nostro Paese e che non si arrende al duopolio», una sinistra che per Bertinotti deve rispondere a una domanda di cambiamento. Fra le novità, oltre al simbolo, «innanzitutto ha fatto sì che forze della sinistra si siano unite. In secondo luogo si dà una risposta alla storia del movimento operaio con un nuovo soggetto politico che ha l'ambizione di cambiare la società e non governare alla meno peggio. Infine, la nuova forza ha come obiettivo la politica e non i sondaggi». A parte Fabio Mussi, assente per motivi di salute (è stato sottoposto ieri a un trapianto di rene), all'iniziativa sono presenti tutti i leader e i capigruppo parlamentari di Prc, Pdci, Sd e Verdi. Una possibile intesa tra la Sinistra Arcobaleno e il Pd dopo le elezioni «non è alle porte», spiega Bertinotti. «Intanto sarebbe auspicabile che perda Berlusconi e poi comunque il Pd dovrebbe modificare profondamente i propri orientamenti politici. E mi pare che al momento questa non sia la tendenza. Noi comunque lavoreremo da sinistra per contaminare il Pd».

L'obiettivo della Cosa rossa alle prossime elezioni é un risultato a doppia cifra. «Ci impegnamo»,
risponde Bertinotti, ricorrendo al francese (On s'engagé), a chi gli chiede se sia possibile raggiungere questo risultato. «Ma io- aggiunge- non concepisco il voto solo in termini elettorali. Per noi la sfida consiste nel non rassegnarsi al duopolio che vuole cancellare la sinistra. Non possiamo rassegnarci all'idea che questa società non possa essere cambiata». Il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio sottolinea che «i nostri candidati sottoscriveranno un impegno per cui non voteranno mai a favore di un governo con Berlusconi. Chiediamo un voto anche per evitare che domani si realizzi l'inciucio tra Berlusconi e Veltroni». Oliviero Diliberto, che fino all'ultimo chiedeva che ci fossero tutti i simboli dei partito oltre a quello della Sinistra arcobaleno, ora invita alla battaglia comune. «Il simbolo è questo - dice in posa davanti all'arcobaleno della sinistra - andiamo alla battaglia».

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