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Sequestrate 21 Ferrari: tutte taroccate

di Andrea Cottone

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27 febbraio 2008
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Il sogno di avere una Ferrari era diventato più accessibile grazie a una rete di abili artigiani, titolari di concessionarie e gestori di siti specializzati, che vendevano ‘rosse' contraffatte. Sono stati scoperti dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Palermo che ha denunciato 15 persone per associazione a delinquere, ricettazione, contraffazione, frode a industrie nazionali e truffa. La Guardia di Finanza ha, inoltre, sequestrato 21 false ‘rosse' (14 già in circolazione e 7 ancora in lavorazione) e beni per 500 mila euro. La posizione degli acquirenti, per lo più imprenditori e commercianti, è al vaglio della magistratura.
L'operazione, denominata "Red passion", è partita dalla Sicilia, da un carrozziere di Campobello di Licata, nell'agrigentino e ha svelato un'organizzazione diffusa su tutto il territorio nazionale: l'inchiesta ha coinvolto, infatti, Roma, Asti, Casale Monferrato, Milano, Crotone e Taranto. I telai provenivano soprattutto dalla Germania e si trattava di Pontiac e Toyota MR2, auto alle quali sarebbe stato più facile adattare pezzi originali Ferrari e altre parti false ricostruite ‘ad hoc'. Le auto contraffatte erano rivendute attraverso siti internet specializzati ma anche con vendite tramite "E-Bay", il noto sito di aste on-line. I contatti avvenivano tramite e-mail o ‘de-visu' e il pagamento era rigorosamente in contanti. Secondo gli inquirenti coloro che acquistavano erano consci che si trattava di riproduzioni, i libretti di circolazione erano, infatti, originali. Le auto taroccate venivano messe in vendita con prezzi che andavano dai 20 ai 50 mila euro mentre la banda acquistava le auto usate a 3 mila euro. I motori, generalmente, non erano originali e il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Palermo, Francesco Carofiglio, ha sottolineato come "oltre alla pubblica fede in questi casi è a rischio l'incolumità delle persone: le auto taroccate non erano affidabili".
Dall'indagine è emerso, inoltre, come spesso gli acquirenti utilizzavano i falsi come auto da cerimonia riducendo, in questo modo, il rischio di essere scoperti e recuperando, nel giro di un anno, lo stesso costo dell'auto.

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