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Fidelity card sotto accusa: troppi dati chiesti ai clienti

di Nicoletta Cottone

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5 febbraio 2008

Fidelity card sotto accusa: per il Garante della privacy sono troppo i dati richiesti alla clientela, c'è poca chiarezza nei moduli, le informazioni fornite agli intestatari della card sono incomplete e si registra l'impossibilità di esprimere liberamente il consenso per i trattamenti dei dati ai fini del marketing. L'Authority ha, quindi, vietato a 4 società, su 5 controllate, l'uso di dati trattati in modo illecito. Insomma, per usufruire di sconti per l'acquisto di prodotti, di premi o bonus correlati, di facilitazioni di pagamento il cliente si trova a dover fornire dati, anche sui familiari, che nulla hanno a che vedere con i vantaggi della carta, dal titolo di studio alla professione, dagli interessi alle abitudini, dalle preferenze alle modalità di acquisto. In pratica in questo modo, spiega il Garante, i consumatori sono monitorati nei loro comportamenti e "profilati" in banche dati centrali o locali, «fatti oggetto di raffronto con altri clienti, senza esserne peraltro consapevoli non avendo ricevuto un'adeguata informativa».

In realtà quando un cliente accetta una card, ricorda il Garante, le aziende possono trattare esclusivamente i dati per attribuire vantaggi legati all'utilizzo. Dunque i dati legati all'identificazione dell'intestatario della carta e quelli del volume di spesa globale progressivamente realizzato (senza riferimenti in dettaglio ai singoli prodotti), solo se sia realmente necessario trattarli. L'eventuale conservazione di dati di dettaglio per particolari beni o servizi acquistati o vantaggi conseguiti, sottolinea il Garante, «non è necessaria specie se si persegue la sola finalità di fidelizzazione». Nei casi in cui è lecita deve essere rispettato il principio della proporzionalità.

L'Authority ha anche precisato che la profilazione della clientela può essere svolta solo con dati anonimi e non identificativi, senza un collegamento con i clienti interessati e con indicazioni analitiche sulla sfera personale. Per la finalità di marketing diretto possono essere raccolti e utilizzati dati pertinenti e non eccedenti l'invio di materiale pubblicitario, anche tramite riviste di settore, o di comunicazioni commerciali o per la vendita diretta.

Necessaria, dunque, una informativa chiara prima del conferimento dei dati e del rilascio delle card. Ogni altra finalità di trattamento, dalla profilazione alle ricerche di mercato, al marketing, che comporti l'identificabilità del cliente, deve avere un consenso specifico, informato e distinto per singola voce. Consenso che deve essere documentato in forma scritta dal titolare del trattamento (reso necessariamente in forma scritta se si tratta di dati sensibili). In caso di posta elettronica, fax, sistemi automatizzati di chiamata, sms o mms la necessità del consenso deriva anche dalle disposizioni sulle comunicazioni indesiderate e di vendite a distanza.

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