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Cossiga, tra Moro e Kissinger c'era solo un problema di linguaggio

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15 marzo 2008

Nel caso Moro ci sono parole più pesanti delle pietre. C'è il gerundio ambiguo ma non meno colpevole degli assassini ("eseguendo la sentenza"), l'avverbio "semplicemente" seguito da "senza condizioni" nell'appello di Papa Paolo VI agli uomini delle Brigate rosse che ha dentro tutto il senso della resa. C'è, poi, un altro avverbio, "peraltro" , inflazionato nella politica italiana e di cui anche Moro faceva largo uso ma di cui l'ex segretario di Stato americano ai tempi di Gerald Ford, Henry Kissinger, faticava a capire l'esatto significato. Le incomprensioni tra C'era qualcosa di più e di diverso rispetto alla semplice traduzione nell'inglese "moreover". C'era qualcosa che gli sfuggiva e lo confessò una volta a Francesco Cossiga di cui invece apprezzava la chiarezza. Nel settembre del '74 Moro incontrò Henry Kissinger a Washington, alla Blair House. Dopo il colloquio si sentì male e venne soccorso dal suo medico personale Mario Giacovazzo che lo fece rientrare in anticipo in Italia. Secondo la vedova Moro il marito sarebbe stato invitato con modi molto spicci a cambiare la linea politica senza cercare accordi con i comunisti. "Ma non ci fu nulla del genere - sostiene l'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga in una intervista a Radio24 - tra i due c'era solo un problema di linguaggio, Kissinger non capiva Moro e il suo linguaggio". Anche Giulio Andreotti si fece raccontare quell'episodio dall'interprete che era presente . "Gli americani - ricostruisce Andreotti - erano critici verso l'apertura a sinistra e assimilavano i socialisti ai comunisti tranne scoprire anni dopo che già da tempo erano in corso contatti diretti tra l'amministrazione Usa e i socialisti". Emilio Colombo nel ‘7 visitò gli Stati Uniti insieme al suo ministro degli Esteri Moro. " Kissinger - dice Colombo - si spazientiva, aveva come l'impressione che quel modo di parlare ragionando ad alta voce fosse finalizzato a nascondergli qualcosa e lui che amava le cose chiare e dirette non lo accettava. Ma non c'era una divergenza ideologica anche perché da Moro gli americani avevano avuto tante manifestazioni di fedeltà a cominciare da quell'intervento in Parlamento per giustificare la guerra in Vietnam".
E comunque tiene a precisare l'ex ambasciatore americano in Italia ai tempi del rapimento Richard Gardner nel '78 "il presidente negli Stati Uniti era il democratico Carter, ho avuto quattro incontri con Moro prima dei tragici fatti e la nostra politica era chiara: preferivamo non avere il Pci nel Governo di un Paese alleato ma ci furono offerte molte garanzie, non siamo intervenuti nella vicenda. Potevamo solo offrire il nostro sostegno tecnico, cosa che abbiamo fatto".

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