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Malpensa perde anche l'Europa

di Marco Morino

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26 marzo 2008
Le tratte tagliate di Alitalia su Malpensa

Gli imprenditori lombardi sono furibondi: «Ci sentiamo orfani», ripetono da settimane. Orfani di Malpensa e dell'Alitalia. Tra quattro giorni, la compagnia guidata da Maurizio Prato darà il via al grande esodo dall'hub lombardo. Con l'entrata in vigore dell'orario estivo, i voli settimanali effettuati da Alitalia su Malpensa passeranno dagli attuali 1.238 a 352 (-886 collegamenti settimanali). I voli medi giornalieri operati da Alitalia su Malpensa scenderanno da 177 a 50: il 72% in meno.
«Siamo preoccupati – dicono gli imprenditori – perché non verranno cancellate da Alitalia le sole destinazioni a lungo raggio, ma anche moltissimi collegamenti con le principali capitali europee e numerose città del Mezzogiorno». Il nuovo piano dei voli Alitalia da Malpensa cancella dal tabellone degli arrivi e delle partenze destinazioni notissime e superfrequentate dagli uomini d'affari milanesi e lombardi. Qualche esempio: i 21 collegamenti settimanali effettuati da Alitalia con Londra spariranno di colpo; stessa sorte subiranno i voli con Francoforte, Atene, Barcellona, Berlino, Madrid, Lione, Lisbona e Zurigo. A partire dal 30 marzo sarà ancora possibile raggiungere queste destinazioni partendo da Malpensa, ma bisognerà rivolgersi ad altre compagnie (per Londra è operativa la British Airways, per Francoforte la Lufthansa e così via).
Per nove destinazioni europee (tra cui Stoccolma, Zagabria, Timisoara e Minsk), invece, non sarà possibile rivolgersi ad altri vettori perché risultano servite esclusivamente da Alitalia. Poi c'è un nutrito gruppo di città, tra cui Amsterdam, Bruxelles, Mosca, Parigi, San Pietroburgo, Monaco, Vienna, che subiranno una forte riduzione del numero di voli settimanali offerti da Alitalia. Due esempi: i voli settimanali con Parigi Charles De Gaulle passeranno da 28 a 14 (-14); quelli con Amsterdam da 21 a sette (-14).

È bene precisare che sarà comunque possibile raggiungere tutte le principali capitali europee, con voli Alitalia e di altre compagnie, partendo dall'aeroporto di Milano Linate. Anzi proprio a Linate il nuovo orario di Alitalia prevede un potenziamento dei collegamenti: le frequenze settimanali sullo scalo cittadino passano infatti da 420 a 499 (+79). In particolare, utilizzando il code sharing Volare, Alitalia recupererà su Linate le tratte verso Lamezia Terme, Brindisi, Bari, Palermo, Napoli e Cagliari, aggiungendovi le rotte europee Madrid, Barcellona, Francoforte, Amsterdam, Bruxelles e Londra per un totale di 12 voli giornalieri in più. Inoltre, il sabato verranno operate due nuove rotte su Pantelleria e Lampedusa (si veda quanto anticipato dal Sole 24 Ore del 13 marzo).
Tra le destinazioni intercontinentali, il quadro non riserva sorprese rispetto alle anticipazioni delle scorse settimane: dal 30 marzo saranno cancellati i voli di Alitalia con la Cina (Shanghai); l'India (Mumbai, Delhi); con alcune destinazioni Nord americane (Boston, Chicago) e Sud americane (Buenos Aires). Cancellati anche i collegamenti con Osaka Kansai, mentre i voli su Tokio passeranno da sette a tre la settimana. Per 11 destinazioni intercontinentali, servite solo da Alitalia, i passeggeri lombardi saranno costretti a fare scalo in altri hub – Roma, Francoforte, Parigi, Londra – per raggiungere la meta. Tra queste destinazioni ci sono anche Boston, Buenos Aires, Chicago, Delhi, Miami, Mumbai, Toronto. Infine la scure di Alitalia si abbatterà anche sui voli nazionali, con una forte diminuzione delle frequenze verso tutte le città del Centro-Sud, Roma compresa.
Un quadro desolante, reso più cupo dalla crisi occupazionale. Domenica 30 marzo scatterà la cassa integrazione per i dipendenti della Sea: il provvedimento, che interesserà a rotazione 900 lavoratori, si protrarrà per 24 mesi. La Sea stima una perdita economica di 70 milioni di euro all'anno a causa della cancellazione dei voli decisa da Alitalia. Ma anche l'indotto è destinato a subire forti contraccolpi dal disimpegno della compagnia pubblica e dal declassamento dell'hub. Secondo stime della Regione Lombardia i posti a rischio sarebbero almeno 7.500. E per molti di questi lavoratori non ci sarebbe neppure il paracadute offerto dagli ammortizzatori sociali. Pier Luigi Bersani, ministro dello Sviluppo economico, propone la sua ricetta per rilanciare Malpensa: «Malpensa – dice Bersani durante il suo giro elettorale a Piacenza – è un problema molto serio, che però si può risolvere. Serve un tavolo di transizione in cui Governo, forze sociali, enti locali discutano delle traiettorie future dello scalo. Vogliamo insistere sull'hub? Allora – continua Bersani – occorre riconsiderare il sistema voli di tutto il nord Italia, ma se, come mi pare più ragionevole, si ammette che il sistema aeroportuale è strutturato su più poli in varie regioni, allora lavoriamo assieme per dare a Malpensa la prospettiva di grande aeroporto, con funzioni importanti come cargo e intercontinentali. Mentre Alitalia abbassa i voli su Malpensa, li aumenta su Linate, segno che il sistema è molto dinamico».

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