Il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, in occasione dell'inaugurazione dell'Anno Accademico 2007-2008 a Foggia, ha paragonato l'Italia a un'impresa che «perde posizioni nel mondo, indebitata, e soprattutto gravemente sotto-capitalizzata. Ha punti di forza in imprese e settori che tuttora eccellono, ma nel suo complesso perde posizioni». «L'Italia - ha proseguito il ministro - registra un debito pubblico pesantissimo e reperire risorse nuove per fare gli investimenti di oggi e recuperare quelli non fatti ieri è estremamente arduo». «La povertà della dotazione del capitale materiale e immateriale è sotto i nostri occhi. Non solo ci siamo caricati di un debito pesantissimo ma quel debito non l'abbiamo usato per investire.

Abbiamo mancato di accrescere il capitale umano e fisico e abbiamo lasciato deperire quello che avevamo» ha aggiunto. Per il ministro gli obiettivi da raggiungere sono «ridurre il debito pubblico e nello stesso tempo investire. Per quanto difficile non possiamo esimerci dal fare le due cose insieme. Fare questo è difficile ovunque, ma in Italia lo è forse più che in altri paesi perchè l'intreccio di fattori che si oppongono al cambiamento stringe la nostra società in forme particolarmente diffuse - ha detto ancora il ministro dell'Economia - la forza antica degli interessi particolari, la sfiducia che le cose possano mutare davvero, la costante tentazione di dire solo cose gradite, il respiro corto dei nostri pensieri e l'esiguità delle forze che operano per il cambiamento rispetto a quelle che vi resistono». Commentando poi i dati forniti dall'Istat sui conti pubblici del paese ha dichiarato: «Sono risultati eccezionalmente positivi».

Inoltre, «c'è una necessità molto forte di ricostituire la funzione del governo nazionale». «Se confronto - ha proseguito - la condizione dell'Italia con quella di altri paesi che ho conosciuto questa necessità in Italia è particolarmente forte. L'Italia vive in un sistema nel quale i livelli del governo sono molteplici, dal comune a quello internazionale». «Il governo nazionale, dello Stato, ha una funzione fondamentale e in Italia si è indebolita in maniera grave - ha concluso - si è indebolita per una serie di ragioni ma curiosamente l'opinione spesso fortemente critica che si ha del governo nazionale omette di osservare questa debolezza e anzi spesso rimprovera un eccesso che invece non constatiamo». Per il ministro «Ci vuole più politica, occorre riconciliarsi con la politica. Oggi sono nella necessità di ribadire che la politica è una cosa nobile». «Il clima di antipolitica che pervade il Paese - ha aggiunto - è estremamente preoccupante. Ci vuole più politica nella società ».

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